Come l'arancio amaro

Lele (06/07/2025) - Voto: 4/5
Romanzo avvincente, personaggi e contesto credibili e una bella scrittura impreziosita (soprattutto per chi conosce il dialetto) da termini in siciliano, messi proprio nei punti giusti per andare a rafforzare l’espressivita’ della lingua. Forse l’unico limite è una storia un po’ troppo densa di avvenimenti eccezionali per essere del tutto realistica. Comunque lo consiglio anche per le tematiche affrontate.
Dani (04/07/2025) - Voto: 4/5
Ho trovato questo romanzo coinvolgente per i piani temporali che contraddistinguono la narrazione: dal presente al passato, attraverso le età della protagonista e il suo rapporto con la figura materna. Ella, ripercorrendo con la memoria gli eventi della sua fanciullezza, cerca di dare un senso al proprio mondo e alle sue trasformazioni interiori. Lo stile di scrittura è delicato e attento alle sfumature emotive, con descrizioni che rendono bene l’atmosfera e il contesto. L'aspetto dialettale ben si inserisce a caratterizzare i personaggi. Tuttavia, in alcuni passaggi, il ritmo narrativo risulta un po’ lento e la trama si sviluppa in modo non sempre fluido, rendendo la lettura a tratti meno coinvolgente. Lettura sensibile che offre spunti di riflessione sulla maternità e sul senso di appartenenza.
Emma Di Stefano (04/06/2025) - Voto: 5/5
«Carlotta mia, io dell’arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo, è quello della libertà.» Un documento dell'Archivio notarile rivela a Carlotta l'accusa rivolta da sua nonna paterna a sua madre, di non averla partorita ma comprata. Carlotta comincia un'indagine che la porterà a scoprire l'origine dell'antica rabbia materna. Ambientato a Sarraca (Agrigento), tra gli anni Venti e Sessanta. La storia di Nardina, Sabedda e Carlotta ispirata a fatti realmente accaduti, raccontata da Milena Palminteri. L'autrice ha lavorato lei stessa per tutta la vita come "conservatore" negli archivi notarili, dove oltre alla memoria economica di ogni paese e città vengono conservate e custodite anche vicende individuali e collettive. Nel 2024 fa il suo esordio nel mondo della scrittura con il libro "Come l'arancio amaro". Consigliato..
Debora (24/03/2025) - Voto: 5/5
Ho trovato questo libro: ben scritto, ben raccontato, ben descritto, ben intrecciato. Una storia che all’apparenza è una piccola storia di provincia come tante altre, di povertà miseria e nobiltà del sud, di pregiudizi e arretratezza, soprusi e riscatti. Una violenza, una coppia sterile, un contesto pigro e condizionante. La storiella diventa un pretesto per una grande narrazione umana, che affronta su più piani tematiche attuali: il corpo e l’abuso della donna, la sottomissione, la necessità di cambiamento. La figura di Carlotta è potente, come lo sono le altre donne del romanzo: Sabedda, Nardina, Cursidda, Bastiana, Venera e la Currera. Non importa che rilievo abbiano nella storia. Esse sono, strati sociali a parte, accomunate tutte da un unico destino. Sono oggetti di proprietà. Carlotta si salva, non scende a patti con un destino preconfezionato. Poche altre si salvano. A modo loro. La parlata siciliana, i dolci barocchi, le tele sbiadite, il caldo e il profumo di zagare, ci portano nel cuore di una Sicilia d’epoca, vintage eppure così vicina a quella che conosciamo. La stoccata alla mafia, entità intrinseca e inevitabile e’ d’obbligo. Si vede anche la polvere sulle scartoffie. Un libro da leggere assolutamente
Antonella (17/03/2025) - Voto: 4/5
Sinceramente, viste le recensioni, me l'aspettavo più bello L'unica cosa che mi è piaciuta è stato il dialetto siciliano