La montagna incantata

Cesare (27/04/2021) - Voto: 5/5
Impossibile da recensire. Il libro è molto complesso (mi sono serviti diversi mesi per completare la lettura) ma lo sforzo necessario è ampiamente ricompensato dalla qualità della narrazione. Mi sono ripromesso di rileggerlo in un diverso momento della mia vita, perché mi sono convinto che la lettura possa dare stimoli diversi a seconda di ciò che il lettore cerca e a seconda degli input che è disposto a recepire. Tra i vari piani di lettura possibili, quello che più mi ha colpito - sono un ventenne - è quello riguardante lo sviluppo intellettuale e umano che il protagonista - un borghese ingegnere dell'Amburgo di inizio 900 - compie nel sanatorio svizzero. La nuova vita, i nuovi incontri, le nuove esigenze, le nuove domande, il nuovo ritmo temporale - un parallelo che torna spesso è infatti quello tra la vita del "piano" (la vecchia vita borghese tedesca) e la vita di "quassù" (la vita al sanatorio) - porta ad una evoluzione interiore del protagonista che forse sarà fine a se stessa, ma proprio per questo autentica.
Mary88 (06/04/2021) - Voto: 5/5
Bellissimo, da leggere assolutamente per gli amanti del genere
Gabriele Della Torre (05/04/2021) - Voto: 3/5
Libro letto in molto tempo e con una pausa intermedia. Purtroppo non sono riuscito a godermi l'opera. Alcune parti mi hanno avvicinato mentre altre mi allontanavano. Forse potrebbe anche essere dovuto alla dimensione di stampa che di sicuro non aiuta la lettura.
MauBau (23/03/2021) - Voto: 5/5
Mi è piaciuto moltissimo, un vero capolavoro, perché nonostante la difficoltà di alcuni capitoli (una vera montagna da scalare con tutte quelle dissertazioni filosofiche tra Settembrini e Naphta), nonostante una trama non proprio appassionante e molto statica, leggerlo è stato un grande godimento, un incanto appunto, e alcune immagini rimarranno impresse per molto tempo nella memoria. Il capitolo Neve vale tutto il libro.
Mauro (22/03/2021) - Voto: 2/5
L'avevo letto al liceo 40 anni fa, e lo ricordavo come una lettura "mitica" ed entusiasmante. Ora ho provato a rileggerlo per riassaporare quelle emozioni, ma è stata una delusione totale: nelle prime 500 pagine (delle 1200 della edizione Mondadori del 1965) non si racconta altro che della mediocrità del protagonista e delle misere attività e pettegolezzi degli ospiti del sanatorio; lo stile è pesante, prolisso e noioso; le tirate di Settembrini cerebrali e forzate; l'approccio prevalente è caricaturale ma poco divertente ... Anche la traduzione di Pocar mi è sembrata alquanto invecchiata . Certo l'episodio della gita nella tormenta è bellissimo, ma poco altro merita veramente, sono infine saltato agli ultimi 2 capitoli per concludere in qualche modo questa esperienza di ri-lettura. Complessivamente mi è sembrato un romanzo eccessivamente ambizioso e sopravvalutato, o forse solo tremendamente invecchiato - oppure non sono più il buon lettore di una volta!