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Malinverno
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Alessandra
(18/11/2022) -
Voto: 2/5
Grande delusione per un libro ben sponsorizzato che sembra voler ricalcare Cambiare l'acqua ai fiori
Anto
(31/05/2022) -
Voto: 2/5
Timpamara è uno strano paese della Calabria, in cui tutti hanno nomi che si ispirano a personaggi famosi della letteratura e della storia. Ciò è dovuto al fatto che in paese è presente un macero, dove i libri vanno a morire, ma dai quali ogni tanto si stacca una pagina che, svolazzando per una folata di vento, atterra tra le mani di uno dei paesani. Il protagonista di questa storia è Astolfo Malinverno che, oltre a svolgere il lavoro di bibliotecario, viene incaricato di diventare il nuovo guardiano del cimitero. Dapprima l'uomo è perplesso, anche un po' contrariato, poi quel luogo di riposo eterno diventa tutto il suo mondo... Trama originale, racconto spesso ironico, ma ancora più spesso dolce-amaro, con personaggi ben caratterizzati , che non si dimenticano. Tuttavia, lo stile di scrittura è, per il mio personalissimo gusto, talmente arzigogolato, da sfiorare il fastidio. Crea, infine, nel lettore aspettative, che vengono disattese
Samantha
(17/03/2022) -
Voto: 5/5
Meraviglioso ! Libro molto spirituale, il tema della morte viene trattato in modo poetico e commovente . Storia molto bella e profonda che affronta varie tematiche , mi è piaciuto molto l'accostamento con il mondo dei libri e il mondo della vita/morte . Super consigliato!
Marco Ferraguti
(14/10/2021) -
Voto: 5/5
…se il destino dei libri è morire come esseri viventi, anche gli uomini, quando smettono di respirare, non diventano che storie. E’ questa la frase finale del libro, in terzo di Dara che leggo. Molto diverso dagli altri due, è la storia di Astolfo Malinverno, bibliotecario di Timpamara, luogo non situato nel tempo né nella storia. Il libro, ma anche Malinverno, ha tre poli di attrazione: i libri, la morte e l’amore. Ma anche Timpamara è “fatto di libri”: è infatti sede di un enorme macero nel quale ogni giorno arrivano tonnellate di carta, e anche libri, fra i quali Malinverno pesca a piene mani. Il protagonista fa fatica a distinguere fra i tre poli: bibliotecario, ma anche guardiano del cimitero, seppellisce i libri quando diventano inservibili, e converte in personaggi i morti che custodisce. Che sorpresa quando una morta misteriosa e senza nome, che lui ha battezzato Emma (Bovary) si incarna in una visitatrice del cimitero. E lui, che appunto scambia la vita con la letteratura, e già si era innamorato della presunta Emma, si innamora anche di quella incarnata. Ma la via di Astolfo non è una vera vita, lui vive nelle storie dei libri, sicché non capisce la differenza che c’è fra amare una persona e un personaggio. Malinverno è una meditazione sulla morte, dei libri e delle persone. Già, perché lui è orfano dei genitori, ma anche di un gemello, nato morto. Ma non è un libro triste, né cupo: Malinverno convive con la morte. E ci invita a riflettere su aspetti, magari marginali, della morte, quando gli vien chiesto di seppellire un cane e di riservare al padrone lo spazio accanto; o di seppellire una gamba da parte della persona alla quale è stata amputata. Una lettura lenta, ma densa, che ti tira dentro senza sapere perché...
mymy
(06/07/2021) -
Voto: 5/5
Una meraviglia. Un’incredibile scoperta. Di certo resterà uno dei libri della mia vita: il protagonista mi ha ricordato gli eroi puri e ingenui della letteratura occidentale, un candido, un personaggio a cui ti affezioni e che poi non vuoi lasciare andare. Vorresti abbracciarlo e consolarlo… Bellissima l’ambientazione, delicata e suggestiva, mai patetica. Un romanzo tenero e leggero. Una bellissima scoperta
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