Sangue marcio

Chiara (21/08/2025) - Voto: 1/5
Ho letto quasi tutti i libri di Manzini e ho accolto con entusiasmo la ripubblicazione del suo primo libro, che si è rivelato deludente e a tratti disgustoso. Non amo essere così tranchant, ma alcuni tratti del libro mi hanno fatto venire voglia di chiuderlo e buttarlo via; una spietata e cruda descrizione di violenze e atti sessuali, che nulla aggiungono alla trama.
Parma30 (07/08/2025) - Voto: 1/5
Pubblicazione di un lavoro d’esordio riproposto al prezzo di una novità. Operazione che sa di commerciale. Concordo con altri lettori sull’eccesso di crudeltà raccapriccianti, spesso senza alcun motivo. Alcuni lettori molto critici hanno dimenticato di togliere le stellette lasciando il punteggio massimo alterando così la media del voto.. Stravedo per Rocco Schiavone e spero che l’avventura non sia al termine.
Silvietta (24/07/2025) - Voto: 5/5
Come fa a entrare nei sentimenti più intimi e cattivi di vite che immagina, inventa, ma non conosce? Io credo veramente che Antonio Manzini sia eccezionale. Ho ancora qualche suo titolo non letto (tipo Mala erba) perché solo il titolo mi fa paura e aspetto! Bravissimo fin dagli esordi
milleeuna_pagina (21/07/2025) - Voto: 5/5
La trama prometteva bene:
Pietro e Massimo crescono in una famiglia agiata, tra tennis privato, piscina e videogiochi . Un’infanzia perfetta, finché nel 1976 la polizia irrompe nella villa e arresta il padre, presto ribattezzato dai giornali “il mostro delle Cinque Terre”.
Quasi trent’anni dopo, i due fratelli si ritrovano, cambiati dalla vita: Pietro è un cronista, Massimo un commissario. Ma qualcosa li unisce ancora: una serie di omicidi efferati, la firma di un serial killer. Peccato che tutto questo rimanga solo sulla carta. Il romanzo si rivela sin da subito banale e prevedibile. Se avete letto anche solo un paio di noir, intuirete immediatamente i colpi di scena (spoiler: non lo sono). Lo stile? Inesistente. Piatto, scolastico, senza una vera voce narrativa. Nessuna tensione, nessuna atmosfera, non c’è pathos. Solo una trama meccanica, che gira a vuoto fino al finale già scritto nella testa del lettore da pagina 50 Zero empatia coi personaggi, che sembrano più funzioni narrative che esseri umani. Neppure il passato drammatico basta a renderli tridimensionali. In sintesi? Un libro che si dimentica non appena chiusa l’ultima pagina.
Luce (17/07/2025) - Voto: 5/5
Angosciante, del tutto gratuitamente. Non mi è piaciuto nella prosa, nel tratteggio dei personaggi e soprattutto nell'inutile violenza e negatività dei personaggi. Tutt'altra cosa, la serie di Rocco Schiavone.