I giorni di Vetro

Janine (19/06/2024) - Voto: 5/5
Il libro più bello letto in questo anno! Detto ciò ho detto tutto
Andrea Vannini (04/06/2024) - Voto: 5/5
Davvero una bella storia, intensa e partecipata. Il periodo è quello della seconda guerra mondiale e gli eventi ruotano intorno all’occupazione nazi-fascista e alla lotta partigiana: ambientazione che già di per sé affascina, mi pare poter dire. Ma non è per questo che il libro mi è tanto piaciuto; credo che il motivo vero stia in un messaggio di speranza, nonostante tutto!! E il tutto qui è qualcosa di, incredibile, sciagurato e nefasto che, non deve essere dimenticato e GIUSTAMENTE, si ricorda e descrive in modo indelebile. L’amore non vince, (e come potrebbe..) ma naufraga, incompiuto, insieme ai protagonisti e alle loro storie . Resta invece l’IDEA dell’amore, il bisogno di sentirsi vivi che non può esser piegato : resiste e prevale. Questo non basterà a spiegare, non riesce a tamponare la tristezza di aver vissuto momenti così terribili, ma lascia speranza... e un po' di conforto. E’ così che mi sono separato da questo seducente romanzo. Complimenti sentiti !!
enzoillettore (29/05/2024) - Voto: 5/5
Buon libro, storie di donne che hanno lottato per farsi valere (non solo nella resistenza ma anche nella vita) con un finale .....................leggetelo
Ciro D'Onofrio (28/05/2024) - Voto: 5/5
I Giorni di Vetro è un libro che inizia in sordina, quasi noioso nelle prime pagine ma che poi cresce, rivelandosi magnetico, regalando una storia importante e dai molti, profondi, spunti di riflessione. Dopo l’ottima prova de Il Valore Affettivo la Verna si conferma scrittrice scrupolosa e talentuosa offrendo una narrazione coraggiosa che racconta gli anni di Italia più bui, con una concretezza feroce e senza scrupoli, senza perdonare nulla a quell’Italia addormentata nel peggiore sonno della sua storia. Gli orrori della guerra, la spietatezza imperdonabile della dittatura che incanta un popolo ignorante, superstizioso, a tratti selvaggio, la caparbia lotta partigiana e la figura di Redenta, la protagonista splendida nella sua umiltà, nella sua resilienza, nella sua speranza. La Storia viaggia veloce e parallela accanto ai protagonisti di questo libro, ne segnerà i destini, definirà i vinti ed i vincitori ma senza retorica e senza banalità. Un libro che emoziona, turba, scuote il lettore. Un libro fortemente consigliato.
Bruno Izzo (22/05/2024) - Voto: 5/5
Un testo magistrale, inteso nel senso di un romanzo che spiega, meglio di ogni saggio specifico, cosa e come è stata un’epoca tra le più importanti, ed infauste, della storia del nostro Paese. Racconta nei fatti, anzi fa raccontare dalla viva voce di testimoni diretti, seppure romanzati, i giorni dolorosi dell’avvento del regime fascista, a far data dall’assassinio di Matteotti. Non è un libro di Storia, ma una raccolta di fatti fittamente intrecciati tra loro a costituire la Storia, inventa ma dice il vero, talora il verissimo, racconta luoghi, episodi, persone che costituirono la trama di quei giorni, su sui monti, autentiche cime tempestose, descrive con scrittura limpida, rustica, locale, con una elegante penna agreste e campestre, quanto realmente successo rivelato attraverso, guarda caso, un vetro, uno solo, però da ingrandimento, fedele, perfetto e senza sbavature, trasparente e veritiero. Protagonisti principali sono l’orfano Bruno e la stupenda, splendida, luminosissima Redenta, la gemma, la perla, il monile più bello e delizioso dell’intero romanzo, la sola che non è di vetro banale. In punta di piedi, tranquilla, schiva, silenziosa e attenta, da tutti detta sfortunata e meschina perché tra l’altro colpita dalla polio che le renderà impedita in una gamba, è lei sola l’anima intelligente, il fulcro amorevole, l’epopea eroica di quei giorni, in quei luoghi, con quelle persone, la sola a fronteggiare, con coraggio sovrumano, il Male, facendosene carico di persona, e redimere tutti gli altri da quello. La sola a comprendere una grande verità della vita, che il più delle volte se noi stiamo bene non è per merito o per virtù ma perché a qualcun altro tocca stare male al posto nostro. E' grazie a lei, a quelli come lei, che ai giorni della merla, infatti, freddissimi, di ghiaccio, di gelo, di vetro, segue sempre l’estate di san Martino.