La Salita dei Saponari

Ciro D'Onofrio (04/07/2020) - Voto: 4/5
La Salita dei Saponari è la riscoperta del giallo intenso, accattivante, intelligente che ancora una volta la Cassar Scalia ripropone. E torna il vicequestore Guarrasi, inquirente sagace e dal fine intuito ma protagonista di una vita tormentata e contraddittoria. Una storia che ha il grande merito di crescere di intensità fino a raccontare un serrato intrigo internazionale con una compagine di personaggi mai banali e di grande efficacia. Un libro felicemente impregnato dei sapori, degli odori, della lingua della Sicilia che, con Vannina Guarrasi, accompagnerà il lettore in una storia che scorre veloce, nella lettura della costruzione di un nero riscatto, in una narrazione dalla serpeggiante ed inguaribile malinconia.
Raf (04/07/2020) - Voto: 5/5
Libro letto in meno di 3 gg. Molto scorrevole e piacevole, sarà un altro successo per la scrittrice siciliana. Ho letto che è in progetto la realizzazione di una serie tv sui suoi libri: un motivo in più per leggerli
Marilù (03/07/2020) - Voto: 5/5
Bravissima la dottoressa Cassar Scalia! Ho letto tutti i suoi libri, tanto mi piacciono i gialli quanto gli altri. Adoro poi gli intermezzi con parole in lingua. Certamente la scrittrice sa ben descrivere gli ambienti siciliani in cui vive. Per chi ha avuto modo di visitare Catania è un bel ritrovarsi. Intrigante la trama, i raccordi con i precedenti libri non sono mai noiosi ma piuttosto elementi per meglio conoscere i personaggi. Le vicende non sono mai scontate e poi la suspence, che riesce a catturare senza essere pesante. Lettura consigliata, ma possibilmente iniziando dal primo libro.
Bartek (02/07/2020) - Voto: 5/5
Bellissimo libro!
giorgio g (26/06/2020) - Voto: 5/5
Eureka! È tornata Cristina Cassar Scalia ed è soprattutto tornato il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi! Stavolta si trova ad indagare sul caso di omicidio di Esteban Torres, il cui cadavere viene rinvenuto nel parcheggio dell’aeroporto di Catania e sulla moglie di lui, trovata nel pozzo di un grande albergo di Taormina. Ci sono un po’ di parole in dialetto catanese come: annacarsi, scafandrati, santiando, scassaminchia, taliasse ddocu, s’arricampano, cavuru, autru, m’attocca, mischinazzu, piddaveru, ascutasse a mmia, mavaríe, tunnu comu ’n arancinu, curtigghi, ava’, viscutteddi di mandorla, cu nasci tunnu quatratu nun more, quando uno è fimminaro fimminaru resta fimminaru a vita, fitinzía, levaci mano che non è cosa per te, scugnargliela, ca qual era, amminchio, tinchitè, sceccu, spacchiate, amunì, attrantatina, certo ca chistu si spusava e si lassava nel tempo di un caffè, fissariate ca cummina ddú santo caruso, mammorriri me omà (la traduzione credo che sia pleonastica). Mai ritorno fu più atteso, perché la Cassar Scalia è tra le più belle realtà della nostra letteratura gialla.