Io sono un gatto

Pesce Luna (13/10/2022) - Voto: 3/5
Apprezzo enormemente l'importanza che questo romanzo di inizio Novecento ha: Natsume Soseki lascia le atmosfere rarefatte di una letteratura prossima al tramonto e inaugura un tipo di romanzo in cui per protagonista vi è un gatto osservatore e per argomento le nuove abitudine occidentali che pian piano entrano a far parte di una società aperta da poco ai commerci e agli scambi con l'Europa. Al contrario di quanto riportato in copertina non è un libro "allegro", è un libro che si fonda su tanti dialoghi filosofici, ironici sì, ma impegnativi. Credo che la traduzione tolga moltissimo la percezione di questo nuovo modello di scrittura. Resta tuttavia il primo mattoncino su cui si basa e si fortifica la letteratura giapponese del Novecento.
Sara (21/04/2022) - Voto: 5/5
Scrittura estremamente scorrevole per un romanzo a dir poco brillante. Non immaginavo che la vita vista dagli occhi di un gatto potesse essere così divertente. Consigliatissimo.
jessscaraglino (04/01/2022) - Voto: 4/5
Mi sono affezionata solo al gatto tra tutti i personaggi, i suoi racconti sul padrone e gli amici mi hanno fatto sorridere diverse volte, il fatto che non si capacita di come gli uomini possano attaccarsi a cose futili e perdere tempo prezioso, lui che si accontenta solo di ricevere attenzioni distratte, riesce a capire sempre cosa c'è oltre le apparenze. Sōseki è comunque un autore sempre moderno e attuale, nonostante le sue opere risalgano ai primi anni del novecento, una bella scoperta per me! ⠀
mary (09/07/2021) - Voto: 4/5
Nel Giappone di inizio Novecento si avverte l'avvicinarsi di un cambiamento epocale e un narratore insolito e adorabile, come il gatto che qui è protagonista, lo descrive con l'attenzione e la sensibilità di un filosofo, di uno scienziato, di uno che la vita l'ha capita meglio degli umani che lo circondano, mostrati invece nella loro incoerenza e stupidità. La sua è una visione distaccata e ironica della realtà, che fa sorridere, ma va anche molto oltre. Lui è un gatto senza nome perché nessuno ha mai pensato di dargli tanta importanza, che non caccia i topi perché non ci ha mai provato, e ha caratteristiche che lo rendono diverso dai suoi simili. Alcuni passaggi rallentano la lettura e potrebbero sembrare staccati dalla trama, ma alla fine se ne capirà il motivo. E' un mondo fatto di controsensi, iposcrisie e corruzione, al quale fanno da contraltrare la sapienza e l'umiltà, caratteristiche però molto più rare.
Nicolò (08/07/2021) - Voto: 2/5
Attraverso l’espediente narrativo dello sguardo sardonico del gatto di casa vengono mostrate le tensioni del Giappone di inizio 900 alle prese con un passaggio da stato feudale a paese moderno in linea con le mode e le conquiste che la cultura occidentale porta con se. Ora, se non si è interessati a questo particolare scorcio sociologico e culturale è un libro che non mi sentirei di consigliare in quanto quasi tutti i riferimenti sono basati su quel periodo storico in particolare e ben poche sono le riflessioni sulla natura umana in generale, personalmente mi aspettavo un’inversione di queste due componenti, cosa che mi ha reso abbastanza noiosa la lettura.