La vita davanti a sé

strummercave (25/10/2012) - Voto: 5/5
Anche se ha quasi 40 anni questo libro si mantiene fresco e attuale.L'autore traccia un meraviglioso affresco sulla purezza dell'infanzia e la decadenza della vecchiaia, nel quartiere multietnico per eccellenza di Parigi. I toni sono leggeri ma ci si emoziona davanti allo straordinario bisogno d'amore del ragazzino arabo protagonista e dell'anziana prostituta ebrea che gli fa da madre. Intorno, una eccezionale umanità di personaggi (un vecchio medico volenteroso, un travestito dal cuore d'oro, il venditore di tappeti, la comunità di neri africani con i loro gesti di solidarietà) completano questa opera memorabile.
Giorgio (11/05/2012) - Voto: 5/5
Molto bello.Il racconto "di formazione" è in prima persona, da parte di un adolescente che diventa in fretta adulto.A tratti commovente, in altre parti emozionante, e infine molto ironico. Linguaggio fresco, molto evocativo, realistico, a tratti cinico e disincantato.Uno dei più bei romanzi letti quest'anno, ricorda il Giovane Holden per la sua ironia, ma è molto meno conosciuto. Consigliatissimo
Ragnetto (26/03/2012) - Voto: 5/5
Libro davvero particolare.........la storia è bella, molto triste, commovente, a tratti anche molto buffa, però quello che mi ha colpito di più è il linguaggio usato dallo scrittore. Il bambino che narra la storia in prima persona vede le cose dal suo punto di vista e così le racconta, senza peli sulla lingua e senza pregiudizi,ed è così disarmante...Una bellissima lettura, che ti lascia molto su cui riflettere.
Maria Luisa Valeri (12/01/2012) - Voto: 5/5
A tratti durissimo, a volte commovente, sicuramente complesso ed affascinante : UN AUTENTICO CAPOLAVORO SUL MULTIETNICITA' E UN TOCCANTE INNO ALL'AMORE.
ferdi (30/12/2011) - Voto: 2/5
x onesta' parto da un pressupposto: NON MI PIACCIONO I ROMANZI SENZA TRAMA, i flussi costanti di impressioni buttate a casaccio, gli "Stream of Consciousness"di joyciana memoria, xke' o sei appunto Joyce, oppure non ti basta neppure essere Celine. A Gary (sotto mentite spoglie)va il merito di essere stato tra i primi a scrivere della realta' dei nuovi francesi, arabi ed africani, anticipando (e forse ispirando) di almeno 15 anni autori come Pennac. Ma mentre nelle saga dei Maulessene di quest'ultimo c'erano trama, sforzo narrativo ed organizzativo, insomma storie vere, nello sfogo preadolescenziale di Gary (scritto xo'a 60 anni...e si sente!)tutto questo manca. Peccato xke' Momo' e Madame Rosa, cosi' come Madame Lola', sono personaggi simpatici, anche se a volte al limite della macchietta...confine ampiamente superato dagli altri protagonisti come ad es il Dott.Katz...Deludente