La vita davanti a sé

Gaia (24/09/2014) - Voto: 5/5
Tenero e commovente, scritto con gli occhi di un bambino.
GIANNA (25/07/2014) - Voto: 5/5
Un libro davvero meraviglioso. Scritto in maniera eccelsa, trattiene l'interesse del lettore dall'inizio alla fine. Tenero, curioso e a volte anche divertente. Insomma, uno di quei libri che vorresti non finisse mai. Lo consiglio vivamente.
tom (29/06/2014) - Voto: 2/5
Il romanzo parla di Momò, giovane arabo allevato da mamma rosa insieme ad altri bambini"abbandonati". Abita in un quartiere periferico di Parigi dove la gente vive di sfruttamento ed espedienti ma si aiuta e si appoggia come solo nella miseria più nera può succedere. All'inizio pensavo di aver trovato un gran libro, la storia narrata da Momò coi suoi occhi di bambino mi aveva sorpreso e disarmato regalandomi momenti di divertimento "quando una donna fa la vita non ha diritto ad avere la patria podestà, è la prostituzione che lo richiede" e commozione "per me è stato un colpo sapere che ero a pagamento..". Dopo qualche pagina però ho cominciato a percepire il suo punto di vista non più come genuino e spontaneo ma forzato, ruffiano, falso. Una vera delusione viste le premesse
lucia (25/05/2014) - Voto: 5/5
Peccato aver finito questo toccante breve libro che con parole un po' bambine ed un po' adulte racconta del legame tra Momò e Madame Rosa e di cosa significhi sentirsi soli ed abbandonati.
Paolo (22/05/2014) - Voto: 4/5
Bisogna voler bene. E' questo il messaggio con cui si chiude il bellissimo libro di Emile Ajar/Romain Gary. Un amore che supera ogni barriera di età, di sesso, di religione e che va oltre perfino i legami di sangue. In fondo è un amore per la vita vera, piena, "senza odori" come dice il piccolo protagonista che racconta in prima persona la sua vita di orfano, vita felice perché colma dell'amore delle persone che ha accanto, tanto più vere quanto più lontane dagli standard delle persone "normali". Una vita che va vissuta finché la si può cogliere nella sua pienezza: "io trovo che non c'è niente di più schifoso che infilare a forza la vita nella gola della gente che non si può più difendere e che non vuole più essere utile" dice il piccolo Momò. In fondo si preannuncia qui quello che Gary farà poco tempo dopo della sua vita, togliendosela da sé, evidentemente non ritenendola più degna di essere vissuta. Il modo di raccontare del piccolo protagonista, con le sue considerazioni sulle persone e sul mondo, mi ha fatto tornare in mente il giovane Holden ma, al posto della rabbia di Holden, Momò si fa ricordare per l'atteggiamento sempre positivo e ottimista verso la vita, sia pur la dura vita di orfano, perché illuminata dall'amore. Delicato e commovente. Un gran libro!