Alla ricerca del tempo perduto

Giacomo (23/07/2021) - Voto: 5/5
Letteratura per veri intellettuali
al. n. (31/10/2020) - Voto: 5/5
Leggere la "Ricerca" da giovane fu entusiasmante, rileggerla è stato fondamentale. L'animo umano messo a nudo, con i suoi narcisismi, velleità, povertà e generosità, tanto più vere queste quanto rare e inconsapevoli. E ancora gli ambiti sociali, i riti, le abitudini e i nomi, le descrizioni, la gelosia che alberga nell'uomo. Un'opera assoluta.
Marcello Gombos (15/05/2020) - Voto: 5/5
Fondamentale per la crescita della mia autostima è stata, a 18 anni, la lettura della "Recherche" Proustiana, operazione che completai in 29 giorni lordi (23 netti, dopo i primi 15 crollai malato per 5 giorni per la stanchezza: tenni persino una sorta di diario di lettura, su un foglietto che credo sia tuttora a nutrire i pesciolini d'argento in un cassetto), in una sorta di Blitzkrieg letteraria dai risultati controversi: si tira dritto e non si rilegge (quasi) mai, senza saltare neanche una virgola, e il lungo e sinuoso periodo Proustiano, in quel caso, diviene spesso come sfrecciare sulle sulle montagne russe su di un vagoncino impazzito. Ovviamente la lettura integrale della Recherche lascia alla fine frastornati, ma dopo un po’ ci si rende conto che, non solo la madeleine, ma anche il bacio della buonanotte della mamma (povero piccolo Marcel), Odette ricoperta di petali di Cattleya (una varietà di Orchidea, ma uno come me, che in terza elementare per scrivere un pensierino su un fiore sceglieva la Mirabilis Jalapa, non può che condividere la scelta di un nome più esotico) dal buon Swann, la piccola frase di Vinteuil, il Bergotte controfigura (forse) di Anatole France, la Duchessa e la Principessa di Guermantes (che però continuavo e continuo a confondere e quindi percepisco come un unico personaggio bifronte ;-) ), il salotto della signora Verdurin, le avventure omo di Charlus,… molto è rimasto e si è depositato. E se le estati a Balbec sono durate un po’ troppo poco, se Albertine è arrivata, è stata imprigionata ed è fuggita verso la morte in un fiat, le figure torreggianti del finale, sommatoria delle varie incarnazioni di ogni personaggio/individuo, e le intermittenze del cuore rimangono incise indelebilmente e condizionano il nostro modo di vedere la vita, tempo perduto per definizione, che sfugge lasciando dietro di se tracce e ricordi come una bava di lumaca, che scintillano e risplendono, eclissandosi poi e riapparendo in maniera diversa in ogni momento.
damiano (31/03/2020) - Voto: 5/5
Da leggere assolutamente, almeno una volta, la scrittura è agevole e lineare.
Manuel Fantoni (16/01/2020) - Voto: 3/5
Inutile e sbagliato dare un voto, la scrittura è lenta, ricchissima di particolari e citazioni sembra non avere una trama vera e propria ma il racconto di sensazioni ed emozioni che talvolta ci fanno perdere di vista il punto di partenza della narrazione. Il tutto somiglia alla lettura di un diario che racconta episodi salienti della famiglia del protagonista in un paesello della provincia francese e dei suoi infiniti e noiosissimi abitanti, la narrazione ricorre continuamente all'uso di metafore e similitudini vegetali che rischiano di stancare anche il lettore più ostinato, se amate tutto ciò questo libro fa per voi, Questo non è un libro per tutti e non è un libro come tutti gli altri, a mio personale parere gli stessi illuminantissimi concetti (che io sicuramente nella massima parte non ho colto) potevano essere espressi in metà pagine.