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Vita e destino
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isabella
(20/10/2009) -
Voto: 4/5
Ho finito il libro e l'ho ricominciato di nuovo ... Sono una vecchia "consumata" appassionata di romanzo russo e certo non mi ha spaventato l'incontro con tanti personaggi e i loro patronimici. Ma il punto non è qui. E' un romanzo che non ti permette disattenzione, del quale non puoi lasciare e riprendere le fila quando meglio credi. Perdi tutto il suo senso. Per questo lo sto rileggendo perchè non mi basta la sensazione forte, di impatto e di riflessione che nasce dalla prima lettura. Un sentimento comunque mi ha dominata dall'inizio alla fine, più del pathos e dell'insuperabile coinvolgimento con cui l'autore ti schianta letteralmente nel lagher, nell'assedio, nella camera a gas ... E' la reiterata violenza sull'uomo che sistemi/ideologie terrificanti privano del suo bene più alto: la libertà, quindi la sua dignità di individuo. E' su questo che bisogna lavorare e non abbassare mai la guardia qualunque sia il prezzo. E cominciare a chiamare "male assoluto", senza sconti e differenze, tutto ciò che eticamente la minaccia.
AleP
(16/10/2009) -
Voto: 5/5
Siamo arrivati ad ottobre e ho letto molto da allora....Vita e Destino - anche se l'anno non è ancora terminato - lo considero il libro del mio anno. Splendido. Lo rileggerò presto.
Donatella
(05/10/2009) -
Voto: 5/5
Indimenticabile.
Rena
(27/08/2009) -
Voto: 5/5
Vita e destino di Vasilij Grossman. E' un libro pericoloso. Vi avverto, state veramente attenti. Arrivato alla 499 pagina mi sono detto: se leggi la 500-esima morirai. E sono andato avanti a leggere. Coloro che lo leggono si accorgono che la loro vita cambia, quello che deve succedere nella loro vita succede. La vita si definisce. Quello che c'e' scritto, sembrerebbe incredibile, ma e' vero. Sono parole che vengono da lontano, sono vere. Non ci sono arzigogoli sulla dualita' e unita' degli opposti, no, chiacchiere. C'e' il bene e il male, c'e' l'uomo buono e no. Perche' esistono uomini buoni e no. Uomini umani e coloro che umani non lo sono, uomini malati, sempre di piu'. E' cosi, l'abbiamo sempre saputo. C'e' la presenza di milioni di russi, quelli che hanno fermato, loro si definitivamente, i robot di Hitler, o gli schiavi di Serse, inviati per fermare l'esperimento dell'uomo, nella battaglia di Stalingrando, dopo di che la guerra fu finita. C'e' la vita dell'uomo con la sua liberta' e c'e' la morte che e' la fine dell'uomo, della sua liberta' e del suo mondo interno molto simile a quello esterno. Appare, a noi relitti di oggi quasi disvelato, il dolore, il dolore immenso. Il dolore per il quale sento il male, il dolore per la sofferenza degli umani, il dolore per il tuo povero tenero amore scannato che defeca per l'angoscia di morte. Riconosciuto il dolore, coloro che, quasi per accidente, riescono a rimanere in piedi non falciati dalla mitragliatrice, perduta ogni esitazione, loro avanzano, finalmente.
patrizia
(29/07/2009) -
Voto: 5/5
E' un libro per scoprire, capire e non dimenticare l'orrore che si è compiuto e che va oltre ogni immaginazione, ma soprattutto e' un libro che parla di come gli uomini, posti di fronte all'orrore, hanno sempre la possibilità di scegliere se servirlo o ostacolarlo, anche se ostacolarlo non servirà a fermarlo. Vi prego, non lasciate che mole, prezzo e numero di personaggi vi scoraggino. Vi resterà nel cuore e nella mente per sempre. Quando arriverete alla fine ringrazierete quel microfilm che tanti anni fa lasciò clandestinamente l'URSS (chissà quanti capolavori non ci sono mai arrivati!!!).
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