Guida all'uso
|
Miei libri
Home
|
Argomenti
|
Editori
|
Top 50
|
Offerte
Vita e destino
<< Torna alla scheda del libro
Giancarlo
(25/08/2019) -
Voto: 5/5
Tre mesi. Poche pagine al giorno. Un Flusso di bellezza narrativa. Una potenza quasi unica. Da leggere assolutamente. Non credete a chi scrive che ci si perde dietro nomi e personaggi, bisogna lasciarsi trascinare dalle parole come se fossero note di una sinfonia. E poi c’è la “Storia”.
alce67
(22/12/2014) -
Voto: 3/5
Devo ammettere che, intorno a pagina quattrocento, stavo per soccombere. La mole della storia, il numero di personaggi, la complicazione dei patronimici mi avevano portato vicino a mollare il romanzo. Affrontatelo solo se avete almeno un'ora di tempo al giorno da dedicarci. Mi ha salvato il senso del dovere ed è stato un bene, perchè questo libro sorprende per la lucida descrizione del mondo sovietico. L'autore, un ebreo russo che ha vissuto lo scontro con il nazismo, narra della lotta dell'uomo verso i regimi totalitari. Nell'Unione Sovietica di Stalingrado gli eroi diventano talora perseguitati per una cosa detta, per un vizio di forma. La difesa della propria dignità avviene al costo dell'isolamento, annientando le proprie aspirazioni. Una saga di eroismi senza vincitori, per lettori eroi.
Raffaello
(01/02/2013) -
Voto: 4/5
Un romanzo fiume, certamente unico nel panorama del '900 per le caratteristiche con cui tratta gli eventi che portarono alla liberazione di Stalingrado e alla successiva disfatta nazista. La narrazione si svolge tra l'estate del 1942 e i primi mesi del 1943, coinvolgendo ed intrecciando storie di vita di tantissimi personaggi e situazioni diverse. In questo sta l'asperità maggiore del romanzo per il lettore, oltre alla consueta difficoltà nel districarsi tra nomi, patronimici e vezzeggiativi, tipica dei romanzi russi. La vittoria sovietica viene narrata in maniera asciutta, senza esaltazione e in parallelo si svolgono le vite di tanti sovietici, tra la miseria materiale e umana della guerra e quella del regime stalinista che come un ombra minacciosa grava sulla vita di ognuno. La paura è sempre quella di aver detto una frase "non conforme" con il pensiero del regime e di ritrovarsi arrestati e portati alla Lubjanka con interrogatori che sono vere e proprie torture condotti da funzionari cinici ed inumani, come accade ad uno dei protagonisti, o peggio ancora finire in un gulag. Colpisce la fede cieca di molti, che nonostante la prigionia e gli abusi subiti dal regime sovietico, continuano a credere in Stalin e nel comunismo, tratto che si riscontra anche in altri libri di prigionieri nei gulag staliniani. L'autore descrive tutto lucidamente senza far sconti a nessuno. Alla fine la vittoria sui nazisti pare essere solo un evento dovuto e non certo risolutivo per riappropriarsi della libertà.
M.C.
(31/01/2013) -
Voto: 5/5
Ho perso il conto di quante volte l'ho letto. E ogni volta ci scopro qualcosa di nuovo, mi colpisce un elemento diverso. Questo libro è semplicemente immenso, e non mi riferisco alla mole. C'è dentro tutto l'amore di Grossman per il suo popolo e per l'umanità intera, c'è il suo messaggio di speranza preziosissimo, perchè viene da un uomo che ha vissuto sulla sua pelle i due regimi totalitari del XX secolo, ha perso la madre in una strage nazista, è stato perseguitato in patria perchè ebreo e perchè dissidente. Ci sono le sue lezioni, le sue osservazioni - che condivido appieno - su come sia facile alla perversione quell'idea di bene in nome della quale si sono compiuti i peggiori omicidi e stermini. C'è l'esposizione dell'affinità di nazismo e comunismo. C'è la denuncia della Shoah e del Golodomor. C'è soprattutto amore e umanità, conoscenza di ogni più piccolo angolino dell'animo umano. Non è facile parlare di questo libro in poche frasi e cercare di gestire l'emozione che suscita, credo che tutti debbano leggerlo, soprattutto oggi, quando si tende a dimenticare - pensiero che angosciava Grossman e che lo spinse a scrivere, mettendo a repentaglio la sua vita per far sapere a noi cosa fosse successo in quegli anni - oggi, quando si tende a minimizzare, a dire che i dittatori hanno fatto anche cose buone, quando neonazismo, neofascimo, antisemitismo e comunismo riemergono dai buchi nei quali vivono. Ma essi rappresentano il grande e poderoso male che non può nulla contro la piccola, sciocca, indifesa, insensata bontà: contro l'umano nell'uomo. Grossman ci mette con le spalle al muro e ci costringe a prenderci le nostre responsabilità, e fra queste vi è sapere, leggere, informarsi, non chiudere gli occhi, non lasciar morire l'umano nell'uomo.
Andrea
(11/01/2013) -
Voto: 5/5
Penso sia il miglior libro di sempre! Arrivato all'ultimo capitolo, senza averlo ancora letto, ho deciso di ricominciare! È quasi come una droga; non è facilissimo da leggere ma molto accattivante e decisamente stupendo! Che dire, CAPOLAVORO!
Inizio
Precedente
Successiva
Fine
La Feltrinelli Internet Bookshop Srl - P.IVA 05329570963 -
Dati societari
- Vai a
IBS.it