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I dispiaceri del vero poliziotto
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Cristiano Cant
(09/07/2018) -
Voto: 5/5
Certa neve umana è davvero troppo sporca, alcuni anfratti del cuore restano così inagibili, violentemente lontani da esili granelli di ragione o di luce che non resta che adagiarsi, da lettori, nel loro mistero, godendone i mille inattesi. Che cos'è la vendetta? Una stazione di treni ormai dismessi? Il gioco di un'ossessione ancora appesa? Rovine finalmente ordinate? L'autore la chiama "un luogo spento e deserto, dove l'immobilità regna sovrana". Ed è questa la falce che domina ogni gesto, ogni incalzante nervo della trama, echi di un passato troppo caldo per trovare degna e calma sepoltura negli avanti dei giorni, merce indimenticabile, troppo intrisa nei grani della pelle per diventare un giorno memoria sedata. "Il tempo è una falce feroce e veloce, non dà tregua, incalza con il latrato di mille segugi, stana, arriva, colpisce". Si deve amare su questa rotta sconnessa questo libro, su queste tratte perse e coltivate con gusto, raffinatezza, familiarità. Ci sono i libri, sempre esaltati e cari nel giro delle pagine, c'è il viaggio come distensione e tragedia insieme, ci sono i soldi, il collezionismo, e c'è l'amore in tutta la sua laida molteplicità, offesa e smacco, sfida e presunzione. Ma c'è anche un semplice collarino d'animale (raffinata trovata da giallo classico) con dentro qualcosa. Queste le mosse attorno a cui ruota la vicenda. Che è storia di un sogno infranto, di un dispiacere mai vinto, nascita e promessa spezzate, pensiero uguale a un vortice di presenza costante. I Pulcini incespicano, ma restano più che eleganti rispetto a tanta miseria umana che imperversa senza misura. Dario, Carlo, il male fra due fratelli si intromette come una sentenza che scuote e che divora, e che permette a qualcuno di cavalcarne il dramma per far quadrare nell'esattezza il proprio piano. L'Autore avrebbe forse amato una mescolanza in mille se stessi, ignoti e fraterni nel cielo della scrittura. Essi sono qui, altre mani e altra voce. Ma sempre uniti, Roberto,Luca,Cristiano.
pietro c
(10/05/2016) -
Voto: 5/5
Un libro duro. L'ultimo.
Maurizio Ricci
(05/01/2014) -
Voto: 3/5
Un'opera strana. Dopo la monumentale costruzione di "2666", con i riferimenti ad esso nella presentazione mi aspettavo qui magari una sorta di "spin-off" dell'opera principale....Invece non mi è rimasto dentro quasi niente: forse la cosa migliore di questo volumetto è il bellissimo titolo. Il voto tiene conto della mia ammirazione per il genio dell'Autore di "2666" e "Detective selvaggi"...forse sono io che non l'ho capito: chissà che rileggendolo...
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