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I dispiaceri del vero poliziotto
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Oneiros
(02/11/2022) -
Voto: 5/5
Un libro bellissimo che rientra a pieno diritto bei capolavoro di Bolaño
CO
(05/07/2021) -
Voto: 5/5
Roberto Bolaño è morto e ha lasciato molte storie incompiute eppure così le sue storie assomigliano dippiù alla vita, perché sono pochissime in vita le storie di cui possiamo dire di conoscere inizio e fine. Nemmeno la nostra fine conosceremo. La nostra fine la conosceranno gli altri.
Emsocrates
(12/05/2020) -
Voto: 5/5
Un Bolaño molto limpido. Ritornano alcune narrazioni che completano 2666. Ogni personaggio prende vita man mano che la storia (o le storie) prendono forma. Una Catalonia e un Messico visti da una prospettiva interiore.
Cop
(11/03/2019) -
Voto: 5/5
Un uomo, Oscar, che ha amato una donna bellissima, Edith, dalla quale ha avuto una figlia bellissima, Rosa, della quale si innamorerà un poliziotto messicano, Pancho, che respirerà il profumo del suo letto entrando in camera sua, s’innamora di un giovane poeta, Padilla, un poeta che ha sacrificato la speranza alla passione come tutti i poeti amati da Roberto Bolaño, e Padilla il giovane poeta sta scrivendo un romanzo, ha l’AIDS e non sa se riuscirà a completare il suo romanzo, Padilla il giovane poeta omosessuale che ha conosciuto una ragazza, Elisa, una tossica della quale forse forse si sta innamorando, e secondo Padilla il romanzo è eterosessuale, come Oscar prima di conoscere Padilla e gli altri giovani poeti omosessuali, fino a Castillo, e la poesia è omosessuale come Padilla, dunque cos’è questo romanzo di Roberto Bolaño è letteratura bisessuale che inizia con un uomo maturo che fa sesso per la prima volta con un giovane uomo e non finisce con un giovane uomo che si masturba assieme a una giovane donna nel loro tentativo di avvicinarsi a un sesso condiviso? “I dispiaceri del vero poliziotto” è un romanzo incompleto, ma per chi vuole una sua consequenzialità e una sua circolarità c’è eccome nel romanzo, come in ‘La perfezione ferroviaria’ di Arcimboldi “(Gallimard, 1964, 206 pagine)”, letto in sette giorni ma non si sa da chi.
Do
(11/03/2019) -
Voto: 5/5
“I dispiaceri del vero poliziotto” mi è piaciuto, non lo metto in relazione con ‘2666’, non mi interessa, lo leggo come opera a sé, opera certamente rimaneggiata, un’opera incompleta ma che sono contento lo stesso di aver letto. Sono contento di aver conosciuto Padilla, di aver conosciuto altri due Oscar e Rosa Amalfitano, un nuovo Arcimboldi senza la Acca, di aver visto da un’altra angolazione la Santa Teresa del Sonora. Per aver avuto un’altra occasione per voler conoscere Leopoldo María Panero.
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