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Il giorno della civetta
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Dario
(06/07/2021) -
Voto: 5/5
Il suo stile mozzafiato senza (o con scarse) pause ci fionda in una storia di ordinaria mafia, Sicilia e della lotta di stiletto e finezze tra un "uomo" vero, rispettato persino dal capo mafioso che cerca di incastrare, e quest'ultimo, anzi contro l'intero "sistema" di omertà e connivenze. Il breve monologo sui 5 tipi di uomini (uomini, mezzi uomini, ominicchi, ruffiani e quaquaraqua; cosi' come ripreso nel celebre film con Franco Nero) è un capolavoro di sintesi di una visione del mondo di un capo superbo e pieno del suo potere oscuro. Uno spaccato di società e vita in una regione difficile, dove lo stato sopravvive grazie al coraggio di pochi "uomini" veri che guadagnano il rispetto a prezzo spesso della loro vita.
Danilo
(06/07/2021) -
Voto: 5/5
Sull'importanza di questo breve romanzo (come di altre opere di Sciascia) nel portare all'attenzione del grande pubblico il problema della mafia siciliana e dei suoi intrecci con la politica è già stato detto tutto, e c'è ben poco da aggiungere. La grandezza di Sciascia a mio avviso sta però soprattutto nello stile, nella bellezza delle pennellate con cui dipinge la realtà della Sicilia dei suoi anni, e soprattutto con cui delinea la mentalità dei suoi personaggi. Anche poche parole pronunciate da personaggi secondari risultano emblematiche e statuarie nella loro illuminante bellezza.
Daniela
(06/07/2021) -
Voto: 5/5
Menzione speciale per l'incipit (uno dei più belli e immersivi di sempre) e per il magistrale passaggio sui "quaquaraquà". Il finale, poi, è molto realistico. Comunque, in tutte le pagine del libro troviamo personaggi ed ambientazione che, a distanza di tanti anni, non hanno perso quella intatta originalità narrativa. "Il giorno della civetta" è, per farla breve, uno di quei libri che, una volta terminati, non puoi rimettere nella libreria come se nulla fosse, ma ti obbliga a riflettere e a pensare... e non poco!
Carla
(06/07/2021) -
Voto: 5/5
È un romanzo breve ma molto attuale ed impegnativo, che descrive perfettamente il clima che si respirava, e si respira tutt'ora, nella Sicilia degli anni '50 e '60 del secolo scorso (periodo in cui si negava categoricamente l'esistenza stessa del sistema mafioso): una terra bellissima e magica ma stretta nella morsa della Mafia, della corruzione (a qualunque livello, quindi anche politico) e dell'omertà. Tutti questi problemi Leonardo Sciascia li denuncia in modo anche spietato; e alla fin fine, comunque, ognuno di noi vedrà la Sicilia come metafora della vita... anzi, per dirla tutta, questo è un romanzo che scava profondamente nella natura umana.
Desideria
(06/07/2021) -
Voto: 4/5
“Il popolo, la democrazia, sono belle invenzioni: cose inventate a tavolino, da gente che sa mettere una parola in culo all’altra e tutte le parole nel culo dell’umanità”. Protagonista innominato del romanzo di Sciascia è la malavita organizzata, il suo impero e le sue ripercussioni sul quotidiano di una piccola provincia del Sud Italia. Una storia semplice, breve che, senza troppi giri di parole ci mette innanzi alla perpetua lotta per la verità che si scontra con l’astio e con il silenzio di cittadini e istituzioni. “La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità”. Una verità difficile da indagare, scomoda, ostacolata. Leonardo Sciascia scrive un romanzo scorrevole e sfortunatamente realistico e mai anacronistico. Un libro di denuncia, una rottura del muro del silenzio che da sempre aveva permeato la letteratura così come la vita italiana. Leggendolo, può apparire scontato a volte, può farci pensare che racconti la solita storia di un omicidio mafioso che si scontra con l'omertà siciliana, ma Sciascia va contestualizzato rispetto all'anno e all'epoca in cui scrive. Una rivoluzionaria denuncia la sua. Oggi probabilmente non riusciamo ad apprezzare a pieno l'impatto che tale testo può aver avuto. Siamo figli dell'era digitale, in cui ogni cosa è sotto il nostro controllo virtuale, figli dei programmi di approfondimento, delle contestazioni in piazza. Ne abbiamo visti decine di film sulla mafia e abbiamo ascoltato storie e testimonianze. Siamo stati testimoni di attentati, sparatorie e stragi che hanno segnato il nostro tempo, eppure, ancora oggi, l'immutabilità delle cose appare lampante. E forse, ci vuole proprio che un signore nato nel 1921 ci venga a spiegare cosa in effetti è la mafia e cosa ci fa, poiché, sfortunatamente per noi, nulla è mutato.
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