La ricreazione è finita. ricreazione è finita

Princi (25/06/2023) - Voto: 5/5
Concordo pienamente con la recensione precedente: finalmente un libro degno di essere pubblicato (in mezzo a tanta spazzatura). . Peccato averlo già finito. Chissà quando mi ricapiterà di leggere un autore italiano contemporaneo di questa caratura…
gianni (03/06/2023) - Voto: 5/5
Uno di quei rari libri che dispiace finire, con la certezza che per scovarne un altro nelle melense patrie lettere, dotato della stessa autoironia e della stessa sanissima intelligenza di chi non si prende sul serio, ci vorranno anni. I romanzi italiani degli ultimi anni grondano drammoni sintetizzati in laboratorio, prose pretenziose, banalità scritte da figli o nipoti di (similissimi alla Tea che travia il Gori) o da nomi noti di gente che passa in tv alle ore del trash o del junk food del pomeriggio. Una vera pattumiera di cui non si salverà nulla, o quasi. Ferrari ha il dono dell'acume, del sarcasmo, del fare a pezzi il suo (forse) alter ego Gori, di mescolare generi, camei, citazioni, colpi di scena, bischerate varie. E viene il sospetto che il suo libro sia anche una vendetta contro qualche Sacrosanti che lui deve aver incontrato, con cui doveva fare i conti per interposto (quasi) dottorando. Bravo. Anzi, bravissimo.
Francesca (06/05/2023) - Voto: 5/5
Un romanzo storico, ma anche contemporaneo, una storia di perdizione, ma anche di formazione. Dario Ferrari scrive benissimo e sa costruire, attraverso il linguaggio e i riferimenti al contesto storico di riferimento, due percorsi narrativi che danno al lettore un'ampia visione d'insieme sugli anni della giovinezza, con i loro moti turbolenti e il loro groviglio di passioni e indecisioni. Consigliatissimo!
Bibi02 (20/04/2023) - Voto: 5/5
Il libro racconta la storia di Marcello, trentenne perennemente indeciso. Dopo la laurea in lettere ottiene per puro caso un dottorato di ricerca e si trova catapultato nel mondo accademico, popolato da prof. boriosi alla Diego Fusaro. Le avventure tragicomiche sono descritte in modo ironico e divertente, alcuni avvenimenti sono meglio riusciti di altri, come la narrazione della vita di provincia in Versilia o le avventure per avere il pass alla Biblioteca Mitterand (esilarante). Altri, ad esempio la biografia del terrorista riluttante. mi sono sembrati meno convincenti, tuttavia il libro è scritto bene e si legge con grande piacere.
Sarasvati (07/04/2023) - Voto: 5/5
Feroce critica al mondo accademico, ricostruzione storica precisa del '77 e del terrorismo (anche se il fatto è inventato), storia 'gialla' con "coup de théâtre' finale, insomma un romanzo splendido, ben scritto e avvincente, anche sotto il profilo dell'analisi psicologica dei personaggi. Consigliato!