Follia maggiore

danila (11/03/2019) - Voto: 5/5
Ho letto questo libro un po’ per abitudine, perché mi affeziono ai personaggi e Carlo Monterossi, con il suo autocompiacimento di milanese un po’ snob, non mi dispiace. Questo libro, peraltro, mi ha piacevolmente sorpresa perché scorre fluido e, più di altri, tiene desta l’attenzione. Non solo è scritto bene, come tutti i libri di questo autore, ma, a mio parere, non si vede l’ora di arrivare alla fine. Con Follia maggiore, Robecchi conferma di essere uno scrittore brillante ed ironico, capace di tessere trame sorprendenti che, giunti all'ultima pagina ci fanno pensare: “ quanto manca alla prossima puntata?” Assolutamente da leggere, ovviamente dopo i primi quattro.
daniele (11/03/2019) - Voto: 5/5
Il termine 'serie' non rende giustizia alla brillantezza dei romanzi con cui molti autori sanno affascinarci: evoca una struttura ripetitiva che è il contrario di quella fantasia estrosa che cerchiamo nelle trame. Con Alessandro Robecchi possiamo andare sul sicuro: è uno scrittore che non tradisce. Non solo per la puntualità delle uscite dei suoi titoli (anche quest'anno è bene inaugurato dal suo quinto, "Follia maggiore", appena diffuso in libreria), ma soprattutto per la qualità delle storie (sempre originali, complesse, spiazzanti), l'incisività dei personaggi e la scrittura, unica davvero, per capacità di giocare su più registri (dal serio all'ironico-frizzante, dal freddo-razionale all'emotivo-metaforico, dal prosastico addirittura al quasi poetico).
davide sal. (11/03/2019) - Voto: 5/5
Senza nulla togliere alla espressività dei tanti personaggi in campo, la figura del vecchio è dominante: non solo colpisce e intriga, ma offre lo spunto per qualche riflessione saporita, e mai noiosa, sulla vita e le occasioni perse. Ovviamente, come in ogni poliziesco, l'attesa per il finale cresce pagina dopo pagina: pure in questo episodio, come nei precedenti casi, la bravura di Robecchi sta nell'allontanare il momento della risoluzione con sapienza, creando piste divaganti. Ed è così che la sorpresa è assicurata. Chi poi non si accontenta dell'effetto 'thrilling', ma è attratto anche dalla vena critica applicata al sociale che costituisce la cifra leggera, anche scanzonata, ma mai superficiale di Robecchi, ha modo di essere pienamente soddisfatto. Insomma, pure per questo aspetto, l'autore non tradisce.
debora (11/03/2019) - Voto: 5/5
Devo ammettere che Alessandro Robecchi è uno dei miei scrittori preferiti. Oltre a possedere uno stile narrativo scorrevole, ironico, ricco di sfumature, riesce anche a tenere sempre sulla corda l’attenzione del lettore, sia quando tratta vicende emotivamente coinvolgenti, sia quando divaga su argomenti più banali, riguardanti la vita di tutti i giorni dei suoi personaggi, la coppia di poliziotti Ghezzi e Carella ed i due investigatori dilettanti, il manager televisivo Carlo Monterossi e l’amico inseparabile e imprevedibile Oscar Falcone. In questo nuovo romanzo, che riecheggia nel titolo una famosa aria dal “Turco in Italia” di un giovane e libertino Rossini (“..non si dà follia maggiore dell’amare un solo oggetto…”), Robecchi centra tutti i suoi possibili obiettivi: una storia d’amore del tempo che fu, vissuta con travolgente passione e che ha lasciato nostalgia e rimpianti, l’ambientazione in una Milano piovosa e periferica, villette pretenziose e palazzoni grigi e anonimi, la descrizione del fatato mondo della lirica costruito magistralmente in una lussuosa suite di un famoso Hotel milanese e sul palco di un concorso canoro, il mondo dei balordi e degli usurai, le magagne degli uffici della questura ove possono nascondersi mele marce…
Claudia (10/03/2019) - Voto: 5/5
Robecchi, una conferma, con un altro capitolo della serie gialla di Monterossi A me Robecchi piace, piace proprio perché sa raccontare, con abile maestria, una storia affascinante. Giallo si, ma di pregio, con una trama intensa e tirata, ma che sa perdersi a tratti nel carattere dei personaggi, in divagazioni ben inserite e ben condotte. Si forse per una certa generazione è più facile "sentirsi a casa", se ci aggiungi poi che Milano ti è vicina e le luci della Malpensa le vedi anche tu, allora il gioco è fatto. Ma in qualsiasi caso, per un lettore attento, questo è veramente un capolavoro. Un ottimo pezzo di buona letteratura da gustarsi pagina dopo pagina, fin nei dettagli. Grazie Robecchi, anche per la citazione di Girl from the North Country che, mentre leggi, risenti Johnny Cash che duetta con Robert Zimmermann e ti vengono i brividi.