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Follia maggiore
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Luca
(14/03/2022) -
Voto: 5/5
Molto bello
nobile
(11/07/2020) -
Voto: 3/5
Fresco come la pioggia di novembre
AdrianaT.
(20/04/2020) -
Voto: 3/5
Ecco, questo sarà il mio ultimo giallo Robecchiano perché - anche se l'ho amato per l'ironia e per avermi ritirato fuori Dylan, struggendomi di nostalgia, dopo vent'anni che non ci pensavo più -, avendoli letti tutti dal 2014 mi sono stufata, e siccome lui si guarda bene dal porre fine alla serie di sua sponte (non è mica scemo), ci penso da me, come ho fatto con Colin Dexter, Martin Suter, Augusto de Angelis, Maj Sjöwall e Per Wahlöö, Simi, Carofiglio, Manzini, Malvaldi e Camilleri; seguirá a ruota pure Recami. È così. Questa è per me una letteratura 'a tempo', scaduto il quale, i piccoli Sellerio mi scivolano naturalmente dalle mani e vado oltre o altrove, dipende... per il momento tiene duro solo Scerbanenco e qualche altro giallozzo spiluccato qua e là. 'Follia maggiore' è la storia di un rimpianto e di un amore non consumato fino in fondo, come il mio per Robecchi e, per quel che mi riguarda può essere un ottimo addio, senza rimpianti. Forse il migliore possibile; un addio calmo e tranquillo, prima del probabile logoramento/decadimento definitivo di trame e personaggi che presto o tardi affliggono tutte serie e personaggi seriali (tranne Maigret, credo). La sua scrittura è sempre gradevole; Robecchi è intelligente e brillante come la sua ironia che spesso dilaga in sarcasmo, ma mai fastidioso; è un bel leggere, insomma, e se riuscirà a scrivere qualcosa anche extra giallo perché no, ci ritorno, e se magari ci fanno pure i filmetti alla Schiavone me li guarderò pure volentieri, ma per il momento 'so long honey babe' ...* «Non c'è solo il rimpianto, c'è anche la cura, c'è un amore post-abbandono che può essere denso e potente. Un rimettere a posto le cose, un risarcimento postumo, un dire, si, l'ho perso, ma era il mio amore e lo sarà sempre. Come dire che il rimpianto è una cosa complicata, che sa travestirsi da attenzione, da dedizione, ma alla fine rimane sempre rimpianto.» *Bob Dylan - Don't Think Twice, It's All Right
Marilena
(11/03/2019) -
Voto: 5/5
Alessandro Robecchi non delude mai, le vicende dei personaggi si intrecciano sapientemente, con "stacchi" di regia che aiutano di tanto in tanto il lettore a non perdere di vista nessuno di loro. Arguto, sagace, ironico e raffinato senza alterigia, l'autore somiglia un po al Monterossi e diverte, intriga, soddisfa.Non vedo l'ora di leggere il prossimo! Finalmente! È un giallo ma anche una storia di amore,una descrizione sublime di una giovane soprano che canta e “ vive “ quello che canta, una favola moderna ma molto credibile.E poi ci sono i buoni ed i cattivi ed assieme mettono le cose a posto. Grazie all’autore,leggerlo è stato coinvolgente ma non farmi aspettare “ migliaia di settimane “
Denise
(11/03/2019) -
Voto: 5/5
Il romanzo è di piacevole lettura. Le novità non sono poche: Carlo Monterossi sta per lanciare un programma televisivo tutto suo, e, nell'attesa, si intrattiene in romantiche serate, lui, così austero e solitario, con una compiacente collega, mentre uno degli investigatori ufficiali sembra lasciarsi tentare dall'invito di Falcone a collaborare con lui in attività investigative private più remunerative.. Ma il tema principale del romanzo è la nostalgia, fatta di ricordi di un tempo ormai sepolto dagli anni, e soprattutto il rimpianto: un rimpianto del passato che tormenta il vecchio imprenditore, e che induce anche Monterossi a meditare sul suo passato. Fino all’amara conclusione che rimpiangere quello che non si è fatto(e forse si poteva) è perfettamente inutile: tanto, certe occasioni sono solo nostalgici ricordi, e non torneranno mai più.
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