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Una vita come tante
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Rita
(13/10/2024) -
Voto: 5/5
Libro meraviglioso
Valemore
(26/09/2024) -
Voto: 5/5
Prosa eccezionale. Scorrevole e intenso. Personaggi descritti meravigliosamente. Una storia drammatica all’inverosimile. In alcuni punti bisogna fermarsi per digerire ciò che si sta leggendo, ma l’analisi delle relazioni e del confine tra noi e gli altri ci spinge a capire come possa finire questa storia. Bellissimo
Alessia
(23/08/2024) -
Voto: 2/5
Le vite di quattro amici (anche se per più di metà del romanzo le storie di due di loro scompaiono a beneficio di quelle dei due protagonisti). Pochi i fatti rilevanti, il resto è noiosissima cronaca di vita ordinaria (lavoro, casa, socialità) e interminabili descrizioni di qualunque cosa (elenchi di persone invitate ai parti e dettagliato recap di food and beverage, esami medici, patologie, pratiche autolesionistiche, progetti architettonici, quadri) al punto che le ultime duecento pagine le ho lette alla velocità della luce perché non ce la facevo più e avevo voglia di arrivare alla fine (scontatissima). Le tematiche sono estremamente pesanti e la narrazione degli eventi risulta quasi inverosimile sia per la concentrazione di disgrazie che si abbattono sul protagonista, sia per la storia che fa acqua da diverse parti come ad esempio il fatto che mi pare possibile che un minore venga affidato a due istituti senza che ci sia un assistente sociale o un giudice del tribunale dei minori che abbia in carico il suo fascicolo, Per non parlare del fatto che non esista neanche un medico che si accorga di un bambino di otto anni con lesioni inequivocabilmente sospette. Do due solo perché la scrittura è di livello.
Giacomo
(05/07/2024) -
Voto: 5/5
un libro, una storia unici .. ti rimangono dentro i personaggi e le loro storie. lavorano e ti frugano dentro con un coltello fino al finale commovente ma che ad anello ritorna all'inizio UN'OPERA UNICA. La Letteratura contemporanea americana ha un vero grande none in Yanagihara .
Anto
(02/07/2024) -
Voto: 5/5
È la storia di quattro ragazzi, che riescono a instaurare un rapporto di amicizia duraturo: JB, fotografo e artista, Willem, attore, Malcolm, architetto, e Jude, avvocato. Quest'ultimo è un ragazzo sensibile, dal passato misterioso e con problemi di salute, che lo obbligano a un'andatura incerta e all'uso periodico della sedia a rotelle. Gli altri tre non chiedono spiegazioni, ma gli si pongono accanto per sostenerlo in caso di inciampo reale o morale. Si capisce ben presto come Jude sia il vero protagonista. Jude è riservato, ma anche traumatizzato da vicende che non potevano non lasciare un segno indelebile nell'anima. Senza un aiuto di tipo professionale, Jude si è fossilizzato nel proprio convincimento di non meritare un riscatto: si isola, cerca di diventare invisibile, si fa del male, non riconosce l'affetto sincero, o comunque crede di non meritarlo. Si è creato attorno un muro che nessuno riesce sul serio ad abbattere, solo Willem scava una breccia, ma, spesso, ne viene allontanato bruscamente. Chi critica il romanzo afferma che la sofferenza di Jude sia troppa e poco credibile. Forse! O forse no, perché per i derelitti e gli emarginati, spesso, non c'è scampo. Io non mi sono posta il problema del troppo dolore: la storia di Jude è quella, bisogna solo approcciarsi senza pregiudizi per conoscerne ogni sfumatura. L'ho trovata una storia intensa in cui sono affrontate tematiche attuali e complesse in modo delicato e certi meccanismi psicologici, pur non avendo competenza in materia, non mi sembrano lontani dalla verosimiglianza. Ognuno di noi, in qualche passaggio della lunga vicenda, può trovare qualcosa di sé e questo "viaggio" tra le pagine, forse, è bene affrontarlo, anche soltanto per riflettere sul fatto che l'aiuto fai da te, seppur in buona fede, non può portare a niente di buono.
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