La donna che scriveva racconti

carlo (23/01/2017) - Voto: 5/5
chi ama la letteratura non puó non leggere questo libro di racconti. Se non ne ha il tempo almeno legga il racconto Mejito. Non tutti sono delle stesso livello, ma trasmettono un amore per la vita incredibile. Un misto di malinconia e di gioia cosí com'é la vita. Merita passare un po' di tempo con questi testi. Leggetelo, ne uscirete migliori!
rejectedfrogs (24/11/2016) - Voto: 5/5
Lucia Berlin non si vergognava di nulla. Né io avevo mai letto un'autobiografia scritta a episodi, alcuni assai brevi e singolari, molti vagamente romanzati, ma tutti pieni di una vita tempestosa, vissuta intensamente e narrata in modo freddo, quasi alla Richard Matheson. Dentro le storie di La donna che scriveva racconti ci sono tutte le tragedie che si possano immaginare: i tentativi di disintossicazione dall'alcool, alcuni dentro casa con i figli che le nascondono i soldi e altri in posti dimenticati da Dio e dall'uomo; un tentato aborto in Messico; l'aborto provocato dalle botte del compagno tossico; le molestie di un ricco rampollo pedofilo e del nonno; la chemioterapia della sorella; ma in questo volume, a condividere le tragedie della Berlin, ci sono anche tante persone indigenti e ignoranti. Forse la confessione più intima di Lucia riguarda l'incesto: ammette di essere stata gelosa della sorella minore quando questa è diventata l'oggetto delle attenzioni del nonno. Qui la Berlin tira fuori una verità scomoda e confessa che, da bambina, le molestie la rendevano gelosa ed eccitata; solo la mediazione dello zio adulto e, almeno da questo punto di vista, responsabile (ancorché alcolizzato), le fece capire che la violenza è tale anche quando suscita reazioni impreviste. Sono ormai pochi i libri che trovo irrinunciabili, ancora meno quelli che ritengo validi compagni di vita e casi eccezionali quelli che penso contengano insegnamenti utili a rendere meno traumatico l'approccio alla malattia, alla solitudine e alla tomba. Questo è uno di quei libri.
Lory (12/10/2016) - Voto: 5/5
Di solito non amo i racconti, l'ho letto solo su consiglio di persona fidata: aveva ragione, questi racconti sono come le ciliegie, uno tira l'altro! E senza rendersi conto ci si ritrova alla fine del libro. Bello!
saverio (14/09/2016) - Voto: 5/5
Una grande scrittrice. Racconti solo apparentamente semplici ma densi di significati.E'l'America più vera, senza clamori, piena di umanità. Grande stile. Peccato che sia stata scoperta tardi e solo dopo la morte. Da leggere un po' alla volta per gustarne la grande scrittura!
paolo (12/06/2016) - Voto: 5/5
Qualche 5 devo pur darlo, e questi racconti lo meritano in pieno. I personaggi, spesso gente del tipo di quella che speri non ti si avvicini, e non ti rivolga la parola mentre passeggi o prendi un caffè al bar, ricordano, si, quelli di Carver, ma il modo in cui vengono raccontati e' completamente diverso. Dove la' c'è più che altro descrizione antropologica senza partecipazione, qui l'autrice cerca la poesia nella sofferenza e nell'inadeguatezza di donne e uomini spinte ai margini non solo di una società sempre meno inclusiva, ma anche da famiglie spezzate, fatte letteralmente a brandelli dalla difficoltà a comunicare e a comprendersi. E l'alcol, il sesso, il tradimento, la fuga diventano, spesso, l'unico rimedio alla fondamentale solitudine in cui si dibattono.