La donna che scriveva racconti

marco63 (22/09/2019) - Voto: 4/5
Ok la Berlin scrive bene, nei suoi racconti c'è una grazia e una sensibilità che gratificano il lettore, però il fatto che - sostanzialmente - tutte le vicende siano prese dalla propria autobiografia alla fine diventa un limite. E' vero che saper leggere uno spunto per una storia nella vita di tutti i giorni è una qualità, e la Berlin in questo è l'asso di briscola, ma dopo tante pagine si comincia a percepire un po' di stanchezza. Forse il libro non va letto tutto in un colpo ma centellinato.
Elena8573 (18/07/2019) - Voto: 5/5
Se si supera la bruttezza della copertina e del titolo stile Harmony, l’originale “A Manual for cleaning women” è bellissimo, si entra dentro racconti talmente ben scritti, ben strutturati e perfettamente narrati che il libro di racconti diventa il romanzo della vita della Berlin, si perché alla fin fine, come al solito, l’autore racconta se stesso, in questo caso tra narrazione di ricordi e i “se fosse andata così”, l’autrice crea personaggi ricorrenti e costanti che si alternano nelle storie e che in fondo parlano sempre di lei, una donna bellissima, sofferente, disfunzionale per cui non puoi che provare simpatia istintiva, a nessuno piace il super eroe senza alcuna macchia, ci identifichiamo sempre con chi cade, sbaglia e non molla. Densissimo il messaggio all’interno di alcuni racconti, affascinanti le descrizioni, esteticamente sempre belle le storie. Consigliatissimi.
patriziab (09/03/2019) - Voto: 5/5
Impossibile non innamorarsi di questi racconti semi-autobiografici che prendono spunto dalla vita straordinariamente intensa, dolorosa ma anche ricca di emozioni, di una scrittrice formidabile. La Berlin ebbe 3 mariti e 4 figli, una vita costellata da diversi trasferimenti (dagli Stati Uniti al Messico al Cile), da un problema fisico, dall'alcolismo, dalla povertà e da mille lavori per poter andare avanti, in cui ha avuto modo di conoscere molte persone, da reietti come neri alcolizzati, indiani e detenuti, a donne borghesi, professionisti, artisti, ai propri parenti stretti, di cui abbiamo dei ritratti meravigliosi, spesso impietosi. La scrittura della Berlin è apparentemente semplice ed essenziale, ma ti cattura racconto dopo racconto i quali, come tessere di un puzzle, ricostruiscono senza alcuna pietà o indulgenza la vita complessa di una donna vista da diverse prospettive (spesso è quella femminile, ma non manca quella maschile), dall'infanzia alla senilità, attraverso l'amicizia, l'amore, la dedizione agli altri ed il legame con la sorella. Assolutamente consigliato e imperdibile per gli amanti dei racconti e della letteratura americana.
Lux (16/11/2018) - Voto: 5/5
Mai un libro di racconti si è rivelato così intenso e avvincente: la scrittura della Berlin,nella sua apparente semplicità e nudità, colpisce invece come un rasoio affilato che affonda nella carne viva...ogni racconto è un frammento di vita ed emozioni forti, di un'umanità spesso ai margini della società;eppure ogni episodio,anche il più crudo e tremendo,è raccontato con profondità , ma anche con lucidità e con un fondo di ironia che può avere solo chi ha attraversato la sofferenza più acuta e l'ha resa uno strumento di conoscenza di sé e un'opportunità di 'redenzione'. Semplicemente unico!!!
Manuel (26/04/2018) - Voto: 2/5
All’inizio pensavo si trattasse d’uno scherzo…, ma dopo quattro racconti ho capito che la scrittrice faceva sul serio. Chissà magari cosa mi sono perso… ma non ce l’ho fatta ad andare avanti e mi sono arreso. L’ho abbandonato! Come sempre quello che scoccia è la delusione di non leggere un libro che t’eri convinto fosse bello (l’avevo selezionato con cura, grazie alle recensioni lette qui !), il tempo perso e i soldi buttati. La lettura è composta sempre da piccole frasi, corte, che sembrano buttate lì a caso, una addosso all’altra, senza costrutto, a volte senza senso, spesso inutili e prive di interesse alcuno. Avverti l’intenzione, il desiderio, da parte dell’autore, di essere sagace o divertente o profondo o che so io, ma purtroppo inutilmente. Se si sorride, si sorride d’indulgenza. Il lettore attende sempre il decollo, un piccolo decollo che porti al compimento almeno di una paginetta… macché! Tutto s’interrompe, sempre e inevitabilmente, per ripartire con altre minuscole storielle, a volte di poche fastidiose righe, ed insieme alle storielle riparte la speranza del lettore, fino alla ... resa.