Costanza e buoni propositi

DG (22/10/2020) - Voto: 4/5
Trama semplice, ma lettura molto scorrevole
marianna (20/10/2020) - Voto: 5/5
Spero non passi un altro anno per sapere come vanno avanti le avventure di Costanza, Flora e Marco. Bonus: vorrei avere una sorella come Tony.
Flavia (19/10/2020) - Voto: 4/5
Una lettura gradevolissima come tutti i libri di Alessia Gazzola, ma quello che stupisce una volta di più è la sua scrittura sempre elegantissima, ma facilmente fruibile, in più venata da una sottile ironia che strappa spesso il sorriso. Una prosa colta che nobilita anche la trama più semplice ed è un piacere per chi ama la bella scrittura che però non sia solo fine a sè stessa.
Ilaria Cacciari (19/10/2020) - Voto: 5/5
[Dal blog: Sara Scrive] Finalmente è tornata Costanza! Che dire? Non aspettavo altro e certamente le nuove avventure di Costinz non mi hanno delusa, anzi! Nella serie di Costanza Macallè c’è tanta innovazione, c’è la voglia di tendere ad un romanzo non giallo, non rosa, non storico ma che li include tutti. Avevo amato incredibilmente Questione di Costanza e questo seguito è stato decisamente all’altezza, anzi credo che la Gazzola si sia decisamente superata. Quando avevo letto la serie de L’allieva (recensita qui) avevo apprezzato Le ossa della principessa per i numerosi filoni narrativi appartenenti al “giallo” presente nel libro. Di questa nuova serie adoro, letteralmente adoro, il fatto che l’autrice narri parti anche di Storia vera, facendole intrecciare alla vita di Costanza e degli altri personaggi. La narrazione scorre a meraviglia sotto gli occhi del lettore ed è doloroso lasciare Costinz sul comodino per ottemperare ai propri compiti giornalieri. La Gazzola ha il fantastico dono, coltivato a meraviglia, di trasportare i lettori nella pagina, nella storia e di aprire davanti ai loro occhi il mondo di cui narra. Il fiore all’occhiello sono indubbiamente le ricostruzioni storiche e la loro integrazione con la fantasia dell’autrice -non posso fare a meno di fare una nota di merito anche alle precisazioni riportate a fine libro (forse dovute ma mai scontate). Le descrizioni degli ambienti e la caratterizzazione dei personaggi sono notevoli: Flora rimane il mio personaggio preferito e non dubito che la Gazzola, per narrare della bebè in Costanza e buoni propositi, abbia attinto a piene mani dalla sua esperienza come mamma di due bambine. Ho apprezzato molto anche la conclusione che indubbiamente fa da apripista al prossimo libro su Costinz (l’ultimo, in teoria, essendo una trilogia).
Jenny Blog (13/10/2020) - Voto: 5/5
La nostra Costanza non vacilla, mentre procede spedita nella sua nuova vita da paleopatologa al Nord Italia e madre single affiancata a sorpresa dal padre della sua bambina. I suoi buoni propositi li mantiene tutti, e in questo modo riesce ad ottenere ciò che sembrava impossibile. Sappiamo dall’autrice stessa che questo volume è il secondo di una trilogia, ed è quindi un libro di transizione, dove numerosi scoppi di risa allietano l’evoluzione dei personaggi principali. La nostra Costanza, da ragazza che si lasciava investire passivamente dagli eventi, diventa a tutti gli effetti artefice del proprio destino, concedendosi qualche piccolo sgarro ma con grande consapevolezza di sé. E di riflesso, coloro che le vivono intorno, da Flora a Marco a Tony ai colleghi di lavoro, si adeguano alla sua nuova forza, maturando molto e instaurando con lei un rapporto più vero e profondo. La parte storica, parallela alle vicende di Costanza Macallè, risulta accurata, credibile e verosimile. Nonostante la protagonista Anna Bencivenni abbia uno spirito moderno e un animo così forte da essere incosciente, non ci sono i fastidiosi anacronismi che troppo spesso guastano i romanzi storici, quando, cioè, ai personaggi viene appioppata la mentalità del XXI secolo (e conseguenti comportamenti) del tutto impensabili in uomini e donne del passato. Anna Bencivenni incarna invece un desiderio di libertà e riscatto che attua con metodi senz’altro fuori dal comune, ma che sono universali e senza tempo e innescano senza sforzo la solidarietà del lettore. Il lettore è poi deliziato da metafore inaudite quanto spassose e dall’uso sagace di espressioni verbali forbite e non, tra cui anglismi e latinismi, applicati a concetti semplici, nonché dalla grande cultura accademica e pop dell’autrice, grazie alla quale con una sola locuzione vengono enunciati concetti complessi e pienamente azzeccati che hanno il pregio di diventare esilaranti otre che estremamente chiarificatori (vedesi il “carattere orale