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Il pittore di anime
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Andrea Bortolin
(11/11/2019) -
Voto: 5/5
Uno dei libri che mi è più di più degli ultimi anni. Descrizione storica molto dettagliata e personaggi molto ben delineati. Le vicende umane dei protagonisti erano molto toccanti e coinvolgenti
Michela
(11/11/2019) -
Voto: 1/5
Delusione cocente: un harmony e nemmeno dei migliori che l'autore ha cercato di rendere coninvolgente con descrizioni minuziose e continue di scene di sesso, descrizioni spesso inutili ai fini del racconto e sempre volgari, in alcuni punti al limite dello splatter. Scrittura ripetitiva, noiosa, elementare con continui punti di sospensione e ripetizioni irritanti. Se questo libro l'ha veramente scritto Falcones il risultato è davvero pessimo.
stutiz
(05/11/2019) -
Voto: 3/5
Purtroppo trovo che questo libro sia inferiore agli altri libri di Falcones. Io l’ho trovato terribilmente noioso
alessia
(27/10/2019) -
Voto: 2/5
Onestamente una delusione....una continua descrizione nei dettagli di attività sessuali...un’umanita fatta di droga, violenza, squallore....una storia che alla fine non dice tanto...peccato
Rigus68
(25/10/2019) -
Voto: 3/5
Luci e ombre sulla Barcellona del 1901-1909. I punti luce: l’ambientazione storica della città, sia da un punto di vista politico e sociale, sia da quello architettonico. Accurata descrizione del Modernismo, Domènech al lavoro all’ospedale di S. Creu i Sant Pau e a casa Morera, Puig a casa Terrades e Gaudì al Parco Guell, alla Sagrada Familia, alla Pedrera … la nuova veste architettonica che sarà la gloria di Barcellona. E anche la forte denuncia dell’ingiustizia sociale, le masse di operai poveri e sfruttati, la Chiesa che inculca passività alle masse e soggezione alle classi ricche, la rivolta anarchica e la nascita delle organizzazioni sindacali operaie e le prime lotte di classe, sfociate, nel 1909, nella settimana tragica che vede numerosi conventi e chiese incendiate da una folla inferocita per i propri giovani costretti a combattere a Ceuta e Melilla per difendere le miniere di ferro dei ricchi. Le ombre sono le masse di diseredati abbandonati in strada in condizioni più che miserabili, sfollati dalle ex-colonie di Cuba e Filippine e poi dalle parti più povere del paese. Ci sono falle nel racconto, che non è all’altezza della Cattedrale del Mare. La discesa agli inferi dei due protagonisti, Emma e il suo grande amore Dalmau Sala, dopo la loro rottura, è raccontata in modo sciropposo e ridondante, una tiritera che abbraccia sei anni d’incontri-scontri a mo’ di vicolo cieco. E i due ne escono malconci: Emma, di grande fede anarchica, che si prostituisce in modo abietto, Dalmau che, come un bigotto che si rechi in pellegrinaggio a Lourdes, chiede la grazia della riconciliazione, con gesti da folle, come contagiarsi di scabbia. Perde il senno per Emma, come Orlando Furioso lo perse per Angelica, con la differenza che Orlando si comporta da grande eroe ed è ben più assennato. Va anche detto che c’è più di un pizzico della trama di Les Misérables di V. Hugo: e.g. Dalmau che medita di rubare i candelabri d’argento e reliquie sacre, proprio come Jean Valjean!
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