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La casa di tolleranza. Tre avventure del commissario Bordelli
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Renzo
(15/09/2022) -
Voto: 4/5
Nel libro si parla di tre avventure del commissario Franco Bordelli. La prima, La casa di tolleranza, da cui è tratto il titolo dell’intera opera, presenta un caso del tutto particolare e cioè la cattura di un evaso, un pericoloso criminale; è ben congegnato, i personaggi sono proprio nella parte, con in più una chicca, Rosa, una biondina che svolge in una casa chiusa il più antico mestiere del monda e che è di una notevole simpatia. Rosa riappare anche nella seconda avventura, benché un po’ di anni dopo, in una trama senza morti ammazzati, ma che si basa sul caso e cioè sul fatto che Bordelli, visitando i cimiteri di Firenze e del circondario, si imbatte in due tombe con sulle lapidi lo stesso nome e cognome, l’uguale data di nascita, ma la diversa data di morte. La terza avventura nasce una vigilia di Natale, a qualche settimana dalla disastrosa alluvione di Firenze, con Bordelli solo più che mai e non più dipendente da circa un mese della Pubblica Sicurezza dopo le dimissioni a causa di una brutta storia. L’uomo ripensa al passato e gli sovviene un’altra notte di Natale, quella del 1943, quando si trovava in Abruzzo a combattere i tedeschi con il Reggimento San Marco; era arrivato lì da una settimana e adesso si trovava in compagnia di due militari italiani, di cui uno è Curzio Malaparte, in una stalla a poca distanza dalla linea del fronte. Per ingannare il tempo e per rendere meno triste la solitudine Bordelli, dopo che i tre avevano consumato una misera cena, aveva proposto che ognuno raccontasse una storia e aveva iniziato lui con una vicenda che gli era accaduta da bambino e che si rivelerà non poco commovente. Toccherà poi agli altri due, con delle narrazioni assai più brevi, quasi dei colpi di luce, tranne nel caso di Malaparte che anticipa i contenuti del suo famoso libro La pelle con una vicenda di estremo degrado.
Paskoskis
(27/05/2022) -
Voto: 5/5
Bordelli è sempre Bordelli. Letto tutto d'un fiato
Bea
(21/02/2022) -
Voto: 5/5
Letto come sempre in due giorni
Mariliste
(03/01/2022) -
Voto: 5/5
Tre storie, tre lunghezze diverse, tre ambientazioni temporali diverse, ma un'unica certezza: Bordelli è sempre Bordelli e lo sarebbe anche se Vichi gli facesse raccontare la lista della spesa o la preparazione di un piatto. Bordelli resta comunque il personaggio semplice e complesso, tenero e spietato, arrogante e educato che esiste nella letteratura italiana. Tre storie per non farci sentire la mancanza di Bordelli che ci auguriamo torni presto con una bella storia.
Massimo
(29/12/2021) -
Voto: 4/5
Tre racconti diversi per lunghezza, ambientazione.e tema, accomunati dalla presenza del commissario Bordelli e dal suo modo strano, ma rigoroso e leale di "amministrare" la giustizia; nel primo veniamo a sapere come Bordelli ha conosciuto Rosa, che l'ha poi accompagnato in molte altre vicende; una giovane ragazza, avvenente e sincera e affiliata presso una casa di tolleranza. L'intuizione di Rosa porterà alla scoperta di un crimine che Bordelli dovrà sciogliere e risolvere. Il secondo - quello meglio riuscito - rievoca un crimine di guerra, di quel periodo oscuro tra il tramonto del fascismo, l'occupazione nazista dell'Italia dopo l'8 settembre e la RSI. Bordelli , in un cimitero tra le campagne toscane, nota la tomba di un uomo nato il suo stesso giorno, ma ritrova una tomba identica, che dovrebbe contenere lo stesso uomo, con una data di morte diversa dalla prima. L'indagine, delicata, ma sentita, porta alla luce una vicenda oscura e Bordelli si trova a fare i conti sia con la giustizia che con la sua coscienza. L'ultimo racconto è quasi un gioco, Vichi replica l'abitudine di far raccontare a Bordelli e ai suoi ospiti un episodio, con la differenza che la narrazione non avviene a cena-. come è abituale nei romanzi precedenti, ma la notte di Natale, in montagna, tra tre soldati, uno è Bordelli, ritrovatisi per caso insieme,. Un atro dei soldati è per finzione Malaparate e Vichi richiama letterariamente un personaggio a lui caro. Il lettore abituale di Vichi ritrova Bordelli e il suo spirito. Da non perdere il racconto centrale. Non eccezionali il primo e l'ultimo.
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