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Il cimitero di Venezia
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Fabrizio
(15/06/2025) -
Voto: 5/5
Me ne stavo lontano da Strukul per la noia provata guardando la serie RAI "I Medici" (e, ad essere sincero, di suo non avevo mai letto nulla, pardon). Poi la mia passione per Venezia e un prezzo esageratamente esiguo mi hanno fatto cedere. Strepitoso il punto di origine e il pretesto del romanzo, splendide le atmosfere evocate e le ambientazioni (ti fa venir voglia di correre in laguna, specialmente di notte), ben descritti sia gli eroi positivi che quelli negativi! Bravo Matteo e bravo Canaletto!
giuseppe
(24/01/2024) -
Voto: 5/5
prima esperienza con Strukul e devo dire che ho abbandonato più volte la letture ma per quale motivo.. a parer mio è un romanzo molto bello ma poco scorrevole . essendo scritto in un linguaggio che ricorda molto il periodo, io ho trovato molta difficolta nel terminarlo. tutta via una volta entrato nell'ottica settecentesca del personaggio risulta molto avvincente tant'e che ho subito acquistato il secondo
Eva Bortolami
(31/12/2023) -
Voto: 1/5
Trama e scrittura troppo banali. Sempre lo stesso morto, sempre lui che si innamora di lei, storie lette e rilette. Le librerie pullulano di libri ambientati a Venezia ma interessanti e coinvolgenti si contano su una mano. Resta sempre il fatto che una recensione è soggettiva.
M@rco
(14/12/2023) -
Voto: 5/5
Bellissimo. Da leggere con Googlemaps e un sito con le vedute del Canaletto, aperti accanto al libro. Deliziosa l'idea di trasformare il pittore in un investigatore alle prime armi nel quale tutti possiamo identificarci. Non vedo l'ora di leggere il secondo e, come credo di aver capito, anche il terzo episodio di questa serie che per quanto mi riguarda potrebbe continuare ancora per un bel po'.
atenabooks
(18/09/2023) -
Voto: 5/5
“Il Cimitero di Venezia” non è un vero e proprio romanzo storico ma come specifica lo scrittore è più un thriller, storico-avventuroso. Strukul ha quella capacità di trascinare il lettore in un’altra epoca fin dalle prime pagine ci si sente nella Venezia del Settecento con i suoi sfarzi ma anche con i mali che la circondano. La scrittura di Strukul è impeccabile, massima cura nelle descrizioni dei luoghi in cui si muovono i protagonisti, nei dettagli storici e di abbigliamento e soprattutto nel linguaggio, queste qualità le apprezzo molto. Il romanzo è scritto in terza persona in modo che il lettore può avere una visuale più completa della vicenda. Canaletto è stato un grande pittore della Serenissima, l’amore per la sua città lo ha portato a farla conoscere in tutto il mondo grazie ai suoi dipinti realistici e curati. Credo che la scelta del protagonista sia stata una bella idea insieme al coinvolgimento del suo quadro sul Rio dei Mendicanti e tutta l’intera vicenda tra complotti e sette. I personaggi, alcuni storici altri inventati sono molto caratterizzati, ben scritti e non ci può non affezionare. Canaletto ci porta con sé nella sua indagine, il lettore si sente in sintonia con le sue emozioni, i suoi dubbi e si viene quasi contagiati dalla sua determinazione nel scoprire la verità sugli orribili fatti che imperversano nella città dei canali. Mi è piaciuto molto il personaggio di McSwiney, un esule irlandese amico del protagonista che lo aiuterà nell’indagine e ho trovato molto interessante Charlotte Von Schulenburg, una nobildonna che ha scelto il mestiere di vetraia, che era più d’uso maschile all’epoca, ho amato la sua determinazione. “Il cimitero di Venezia” è un perfetto mix tra parti romanzate e storiche lo scrittore riesce con maestria a gestire il tutto con un finale che sorprende e fa venire voglia di leggere il secondo libro uscito da poco “Il ponte dei delitti di Venezia”.
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