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Il vecchio che leggeva romanzi d'amore
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Rosapia Autuoro
(04/07/2005) -
Voto: 5/5
Un ligro affascinante da leggere 1000 volte perchè ogni volta ci si accorge di un particolare che la volta precedente non c'era. semplice e articolato nella scrittura, Sepùlveda è un genio!!!!! Lo consiglio solo ad un pubblico che sappia ancora sognare ed emozionarsi per le cose semplici.
six
(05/05/2005) -
Voto: 5/5
Secondo me il migliore libro di Sepùlveda... ma è un'opinione personale. Ho amato immensamente le atmosfere, la delicatezza dei personaggi e quella vena di romantica e lieve malinconia che ho letto che ad altri ha fatto molta tristezza. Abbiate pazienza...
Rosa
(20/03/2005) -
Voto: 1/5
Ho letto questo libro, e penso sia terribilmente triste, con poco significato e privo di una conclusione che non sia già conosciuta, immaginata o descritta in altri libri. Libro per niente sensato o emozionante. Sconsigliabile.
Luis
(12/03/2005) -
Voto: 4/5
Il pianto che offusca gli occhi di Antonio Josè Bolivar a fine racconto, è uno degli ultimi urli di dolore rimasti sulla faccia della Terra per la Morte della Natura. Nel corso del romanzo si sussegue una continua dicotomia tra la Natura, portatrice di Gioia e di Vita, e l'Uomo incapace di convivere in armonia con essa e quindi portatore di Morte e Odio verso il prossimo. L'unico uomo capace di convivere e di capire la Natura è prorpio Antonio Josè Bolivar. Proprio per questa sua nobile capacità viene, però, visto dal resto della piccola comunità in cui vive come un "vecchio pazzo solitario". Ciò non ci stupisce, infatti, il vecchio solitario è uno dei personaggi caratterizzanti dell'esperienza narrativa di Sepùlveda, proprio perché è l'emblema di quella purezza e di quella saggezza, che l'uomo contemporaneo ha perso, massificato e soffocato dalla frenesia delle grandi metropoli. Molto attraente e commovente è la scontro tra Bolivar e il tigrillos, due "animali" che in fondo non si odiano, anzi quasi si amano, ma lottano per orgoglio, incuranti del pericolo, perchè entrambi desiderosi di Morire, come se volessero scappare da un mondo che non riconoscono più, un mondo pieno di Odio, di Cattiveria e di Egoismo. E' facile, così, capire cosa ci vuole trasmettere lo scrittore, meno facile è attuare i suoi insegnamenti all'interno della società in cui viviamo. Sepùlveda infine è capace di far scendere all'interno della nostra Anima una lacrima di commozione, che scava, nel nostro cuore di pietra, un percorso di tenerezza, che ha come traguardo della propria corsa il suolo su cui viviamo, permettendoci di ristabilire, così, quel patto con la Natura di Rispetto e Amore reciproco, scisso nel momento in cui Eva colse la Mela del Peccato.
ale
(12/01/2005) -
Voto: 2/5
ho appena finito di leggere il vecchio che leggeva romanzi d'amore..!!non c ho capito gran che..tra trigrillos,jibaros,shuar..e tutti quei nomi di città..!!l'unica cosa che mi preoccupa e che devo fare il commento..!!preferisco la gabbianella e il gatto,sempre di sepulveda ..anche se può sembrare un libro per bambini..è davvero significativo..
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