Il vecchio che leggeva romanzi d'amore

luca (27/10/2010) - Voto: 3/5
Al di sotto delle aspettative. Un po' deludente...
Danilo (09/01/2010) - Voto: 4/5
Luis Sepùlveda riesce a creare un'atmosfera molto particolare grazie al suo stile letterario...Un libro non diretto ma dal significato nascosto. E' sicuramente un riferimento alla crudeltà degli uomini, all'ecologia e ai rapporti fra diverse popolazioni. L'autore critica bene anche l'autorità e lo stato avendo lui stesso radici anarchiche. I primi capitoli sono sicuramenti importanti ma è proprio nella parte centrale e alla fine che secondo me esce fuori la storia del libro e le emozioni si fanno sempre più importanti. Un dettaglio che non va trascurato è la moglie di Antonio Josè Bolivar, anzi, la morte della moglie a cui dedica poco spazio, ma lo fa con una malinconia rara, romantica. Anche quando decide di scegliere il libro e appunto parla dei romanzi d'amore si nota lo stile di Sepùlveda ingenuo e semplice. E' quella semplicità però, complessa. Ma perchè questo vecchio preferisce i romanzi d'amore? Per giunta tristi, malinconici? Una delle cose che mi ha colpito maggiormente è l'impostazione della lettura nella storia, perchè sono molti i riferimenti alla lettura. Colpiscono anche espressioni come "Antonio Josè Bolivar sapeva leggere ma non scrivere"...Eppure leggeva, leggeva e rillegeva...Pensava. Un vecchio di grande intelligenza, capace di ricostruire le scene del "delitto". Interessanti sono anche i commenti, i dialoghi che esprimono perplessita sulla città di Venezia e soprattutto sul "bacio con ardore". Una fantasia che provoca al lettore molta curiosità. Ed infine lo straordinario duello con il tigrillo. Una battaglia infinita...Il vecchio si rivede in questo animale e lo sfida fino al momento finale che quasi commuove. L'immensità della natura e della foresta ammazzonica, polmone della terra che preserva intatta la sua verginità...Bel libro davvero!
FANTO (22/06/2009) - Voto: 2/5
Il primo capitolo è eccezionale, meriterebbe un 5/5. Il resto è al limite del leggibile e tradisce le aspettative create dalla scena iniziale. Dialoghi inverosimili, trama povera e descrizioni straripanti di aggettivi banali. Il vecchio semianalfabeta, solo nella foresta, si rivolge ad alta voce al tigrillo come un avvocato a un giudice in un aula di tribunale. Il sindaco è una caricatura. La frase finale sembra un pensierino di quinta elementare. Il personaggio del vecchio, a tratti, ricorda il vecchio del Vecchio e il mare di Hemingway... ma da lontano. Il mio scarso feeling con i sudamericani continua.
Cristiano (07/10/2008) - Voto: 5/5
A mio parere è il miglior libro di Sepulveda, quello più interessante e meglio scritto. In poche pagine ci trascina in Sud America e ci fa conoscere i personaggi e le storie. Avendo letto anche gli altri libri di Sepulveda, questo mi sembra quello che l'autore ha scritto con maggiore passione e più libero da messaggi politici che invece sono molto presenti negli altri testi.
SARA TONI (24/02/2008) - Voto: 5/5
Splendido! Il realismo di Sepùlveda e i suoi particolari intrecci narrativi sono a dir poco unici e non molti sono in grado di apprezzarlo! Questo è uno dei suoi libri più belli!