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Febbre
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Rebecca My
(16/10/2020) -
Voto: 5/5
"Prendere nota: la mente è più pericolosa di tutto quello che la circonda, i problemi veri sono quelli che lei - artigiana, falegname, burattinaia - si costruisce da sola. Teatro delle ombre. Ogni cosa che viene dall'esterno è risolvibile, la si può scansare, attraversare. Ma se è la mente stessa a diventare ostile, dove te ne vai? Cosa affronti, dove ti sposti? Energie in eccesso: liberarle, condividerle, mandarle nel mondo. Altrimenti ti si ritorcono contro." Sono stata sveglia fino a notte fonda perché avevo fame di questo libro. Il piacere della lettura si è tramutato presto in necessità di conoscere, comprendere, avere più spunti di riflessione. Luogo fondamentale è Rozzano, che è "[...] Sud senza il calore del Sud", luogo ostile, ottuso, soffocante e violento, in cui è bello tornare solo perché non ci si vive più. In contrapposizione a Rozzano ci sarà poi Milano, città di opportunità, libertà e consapevolezza. "Febbre" è un libro duro, è un pugno alla bocca dello stomaco. Ti prende per le spalle e ti scuote, ti costringe ad avere a che fare con delle realtà che normalmente sono taciute: la sieropositività, la periferia, la balbuzie, l'ansia, la paura di fallire e tanto altro. Tutti questi temi sono esposti con uno stile asciutto, i periodi sono brevi e conferiscono alla narrazione un ritmo incalzante, per cui diventa davvero impossibile staccare gli occhi dalla lettura.
Virginia
(15/09/2020) -
Voto: 5/5
Un esordio sconvolgente. La scrittura di Jonathan Bazzi non usa scorciatoie e arriva dritta e cruda a solleticare i pensieri e il credo del lettore. Il suo percorso autobiografico si scaglia forte contro lo stigma dell’HIV rivelandone tutte le radici e raccontando il dolore con un’intensità che costringe chi legge a porsi tante domande. Consiglio di leggere “Febbre” e di seguire Bazzi sui social e negli articoli che scrive per riviste e giornali
Gabriele Della Torre
(23/08/2020) -
Voto: 4/5
Libro scritto nel modo giusto che trasmette al lettore l'angoscia e l'impotenza di fronte a una causa sconosciuta. Arrivati alla diagnosi sentiamo la liberazione da questo peso. Finalmente capiamo i motivi e troviamo un equilibrio.
xR
(20/08/2020) -
Voto: 3/5
Un romanzo particolare e sicuramente atipico. Due fasi diverse della vita che vengono raccontate parallelamente: il Johnathan bambino e poi ragazzo che cerca di trovare il suo posto in una Rozzano che non fa per lui, contro l'uomo ormai trentenne che scopre di avere l'HIV e impara a conviverci. Ciò che ho più apprezzato è sicuramente lo stile adottato da Bazzi: una scrittura rude, diretta, a volte fin troppo esplicita e ai limiti del volgare. Nonostante ad alcuni possa risultare inappropriata, a mio avviso è l'unico registro utilizzabile per poter raccontare con efficacia e in maniera immediata una tematica estremamente delicata e altrettanto taciuta come se fosse ancora un tabù. Nota di merito all'autore che ha saputo mettersi a nudo con coraggio, esponendosi consapevolmente ai pregiudizi ahimè fin troppo frequenti. L'unica cosa che mi ha fatto abbassare il punteggio è che, nonostante all'inizio non riuscissi a staccarmi dal libro, poi un po' sì è perso nel racconto.. ho avuto l'impressione che in alcuni punti abbia "allungato il brodo" in maniera non necessaria, con il risultato che l'impatto del racconto ha perso forza.
W77
(12/08/2020) -
Voto: 3/5
Stile modaiolo (evviva la paratassi), ma Bazzi ha buon gusto. Finale un po' deludente (non perché sospeso ma perché un po' naif).
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