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Febbre
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Sara_
(09/03/2021) -
Voto: 4/5
Il primo incontro con questo romanzo è avvenuto in libreria, nell'angolo delle novità. Ricordo di aver letto la trama e che fossi stata incuriosita, ma al tempo stesso era mancata l'attrazione magnetica. Poi il giorno del mio compleanno me lo sono ritrovata in mano e a distanza di quasi 6 mesi mi sono cimentata in questa lettura. E che dire? Mi è piaciuto, molto. I capolavori sono altri, certo, ma questo libro a modo suo merita. L'autore si racconta, alternando capitoli dedicati alla sua infanzia ed altri in cui rivela com'è venuto a conoscenza della sua sieropositività. I temi affrontati sono numerosi, seppur magari non evidenti agli occhi di tutti. Si pongono al centro le periferie milanesi, la povertà, la lotta tra poveri, la prostituzione, la prevaricazione, la violenza, la famiglia come luogo di protezione, ma talvolta soffocante e conservatore, il sacrificio. Si parla di cosa voglia dire vivere con un padre assente e una madre giovane che tenta di dare un futuro al figlio lavorando tutto il giorno, ma proprio per questo lo trascura. Si parla della malattia, di come cambi la percezione che abbiamo di noi stessi, di come ci inganni, del pregiudizio verso i malati di HIV, della sensazione di essere diversi ed estranei al resto del mondo solo perché colpiti da un malessere. Tutto questo viene narrato con uno stile fresco, vicino ai giovani, talvolta sintatticamente frammentato, fatto con frasi brevi, ma che non influisce sulla lettura in sé. Insomma questo libro mi ha coinvolta parecchio, mi ha fatta entrare in punta di piedi tra le case popolari di Rozzano e nel cuore di Jonathan. È una di quelle letture che insegna ad essere empatici, a comprendere e non giudicare. Queste sono le ragioni per cui invito, soprattutto i giovani, a non perdere questo testo.
Elisa
(10/02/2021) -
Voto: 4/5
Una testimonianza della vita e della sieropositività dell'autore. Libro scorrevole, limpido, intimo. L'ho letto con piacere nonostante il tema affrontato. Istruttivo e molto personale.
AS
(11/01/2021) -
Voto: 5/5
"Febbre" è un'autobiografia davvero toccante, che mi ha particolarmente coinvolto. La storia di Jonathan Bazzi, raccontata in questo libro, si svolge su due linee temporali. La prima linea temporale racconta la storia dell'autore, a partire dalla nascita in una famiglia problematica nell'hinterland milanese, fino all'adolescenza, al liceo. La seconda linea temporale inizia nel momento in cui il protagonista inizia ad avere appunto la febbre, che non passa, e che rappresenta il primo segnale della sua sieropositività. Il ritratto dell'infanzia di Jonathan, a Rozzano, è molto vivido, in quanto vengono affrontate una serie di tematiche, come ad esempio una gravidanza non voluta in giovane età, la povertà, la violenza all'interno della sua stessa famiglia, la scarsa istruzione, e tutto ciò viene raccontato con uno stile di scrittura molto scorrevole, che ti tiene incollato alle pagine.
Titti
(26/12/2020) -
Voto: 3/5
3.5 stelle . Memoir coraggioso , Bazzi non fa sconti a nessuno, specialmente a se stesso. Non posso purtroppo dare un voto più alto per lo stile della prosa; non so se dipende dal fatto che Bazzi sia espediente o é un effetto voluto, in ogni caso non ho apprezzato per nulla la prosa ridondante, sempre uguale a se stesso per tutta la durata del racconto, verso la fine ho iniziato a provare una certa claustrofobia. Resta che comunque mi è venuta una gran voglia di saperne di più sull’autore e di certo leggero le sue opere successive, si spera, più mature nello stile letterario.
marghe otto
(03/12/2020) -
Voto: 5/5
Letto in poco tempo perché è un romanzo che tiene la tensione e la voglia di conoscere il protagonista e partecipare empaticamente alla sua vicenda. coraggioso. Bisogna poi vedere cosa produrrà lo scrittore dopo questo libro
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