Lungo petalo di mare

pietro (08/07/2021) - Voto: 4/5
Bella lettura, un po' complicate le tematiche ma scorrevole nel complesso.
Monique (29/05/2021) - Voto: 4/5
La storia di un uomo e una donna destinati ad incontrarsi ed amarsi in un girovagare nel mondo.Il tutto accompagnato dalle guerre civili e mondiali
Miaj (13/05/2021) - Voto: 4/5
Bel romanzo di ambientazione storica, scritto in modo coinvolgente
Rigus68 (08/05/2021) - Voto: 5/5
Il 4 agosto 1939, dal molo di Trompeloup, Bordeaux, parte il piroscafo Winnipeg (vecchia bagnarola usata per il trasporto di merci dall’Africa), diretto in Cile, con a bordo 2100 fuggiaschi dalla Guerra Civile Spagnola (Dulce Patria, Recibes los Votos, con que Chile en tus Aras Jurò, cantano i profughi, sembra il coro del Nabucco). Tra questi vi sono Víctor Dalmau, giovane praticante di medicina, e Roser Bruguera, brillante pianista, i due personaggi principali del romanzo, scampati ai massacri delle truppe franchiste. C’è un terzo personaggio, che allaccia con un filo dorato (la sua poesia) i tredici capitoli: Pablo Neruda, che ha pilotato con amore e determinazione il salvataggio dei profughi. Che non è solo l’autore dei Veinte Poemas de Amor, ma soprattutto del Canto General, dedicato al Cile, i suoi abitanti, la sua storia. Le peripezie di Victor e Roser si snodano sull’arco di cinquant’anni e li vedono costretti a una seconda fuga, dopo il colpo di stato di Pinochet e l’inizio della sua feroce dittatura. Grazie Isabel per aver fatto riaffiorare i nostri delitti del passato. Fu Mussolini (con le sue truppe fasciste) a mandare al potere Franco in Spagna nel 1939 e fummo noi italiani a regalare al popolo spagnolo trentasei anni di feroce dittatura franchista. Delitto di cui a tutt’oggi il nostro governo non ha mai chiesto scusa alla Spagna. Non fu da meno la Francia: accantonata la Fraternité (assieme a Liberté ed Égalité) accolse le centinaia di migliaia di profughi in orribili campi di concentramento. In un eccesso di democrazia, Francia e Inghilterra riconobbero subito il governo fascista di Franco. Pochi mesi dopo, il martello nazista di Hitler calò sulla nazione francese, sbriciolandola. Pagine intrise di dolore e sofferenza, ma mai di rassegnazione. Isabel lancia un altro messaggio: la democrazia è un bene prezioso che va custodito a difeso contro la sopraffazione dei dittatori e del fascismo strisciante.
Rigus68 (08/05/2021) - Voto: 5/5
Il 4 agosto 1939, dal molo di Trompeloup, Bordeaux, parte il piroscafo Winnipeg (vecchia bagnarola usata per il trasporto di merci dall’Africa), diretto in Cile, con a bordo 2100 fuggiaschi dalla Guerra Civile Spagnola (Dulce Patria, Recibes los Votos, con que Chile en tus Aras Jurò, cantano i profughi, sembra il coro del Nabucco). Tra questi vi sono Víctor Dalmau, giovane praticante di medicina, e Roser Bruguera, brillante pianista, i due personaggi principali del romanzo, scampati ai massacri delle truppe franchiste. C’è un terzo personaggio, che allaccia con un filo dorato (la sua poesia) i tredici capitoli: Pablo Neruda, che ha pilotato con amore e determinazione il salvataggio dei profughi. Che non è solo l’autore dei Veinte Poemas de Amor, ma soprattutto del Canto General, dedicato al Cile, i suoi abitanti, la sua storia. Le peripezie di Victor e Roser si snodano sull’arco di cinquant’anni e li vedono costretti a una seconda fuga, dopo il colpo di stato di Pinochet e l’inizio della sua feroce dittatura. Grazie Isabel per aver fatto riaffiorare i nostri delitti del passato. Fu Mussolini (con le sue truppe fasciste) a mandare al potere Franco in Spagna nel 1939 e fummo noi italiani a regalare al popolo spagnolo trentasei anni di feroce dittatura franchista. Delitto di cui a tutt’oggi il nostro governo non ha mai chiesto scusa alla Spagna. Non fu da meno la Francia: accantonata la Fraternité (assieme a Liberté ed Égalité) accolse le centinaia di migliaia di profughi in orribili campi di concentramento. In un eccesso di democrazia, Francia e Inghilterra riconobbero subito il governo fascista di Franco. Pochi mesi dopo, il martello nazista di Hitler calò sulla nazione francese, sbriciolandola. Pagine intrise di dolore e sofferenza, ma mai di rassegnazione. Isabel lancia un altro messaggio: la democrazia è un bene prezioso che va custodito a difeso contro la sopraffazione dei dittatori e del fascismo strisciante.