Non ora, non qui

alida airaghi (08/08/2013) - Voto: 5/5
Questa opera prima di Erri De Luca, uscita nel 1989 e ora riproposta da Feltrinelli in edizione economica, ripercorre un'infanzia vissuta a Napoli e riletta attraverso alcune fotografie ritrovate e analizzate con nuova, spietata acutezza. Il protagonista si rivede bambino, "più assorto che quieto", orgoglioso fino alla testardaggine, di una emotività esasperata: si scopre nascosto dietro ai genitori e alla sorella, chiudere sempre in ritardo di alcuni passi il gruppo familiare, durante la temuta passeggiata domenicale; oppure ostinato di fronte alla finestra della cucina, mentre oppone un silenzio dignitoso a una punizione immeritata; o ancora mentre ascolta il profluvio di parole che tutti gli rovesciano addosso, a lui balbuziente, "l'interlocutore preferito, il muto, l'imbuto". Il rapporto preferenziale è quello con la madre, giocato in un'intesa a volte epidermica e ovvia, a volte profonda e crudele. La mamma (mai descritta, se non nella schiena dritta, nei capelli improvvisamente accorciati per parere più vecchia, in una severità che si intuisce eccessiva perfino nei confronti di sé stessa), cerca nel figlio una rispondenza addirittura fisica alle sue sofferenze. Ha l'abitudine di raccontare al bambino "le cose brutte del mondo", provocando in lui un'immedesimazione localizzata nella carne. Lui risponde ai desideri inconsci di lei, diviene l'eco delle sue rinunce, il riflesso delle sue mortificazioni, impara ad annullarsi. Non c'è gioia, non c'è abbandono in quest'infanzia, ma un sorvegliarsi attento, un rigoroso trattenersi, sempre. "Non ora, non qui", è il ritornello che la madre oppone a ogni minimo scarto dalla regola; "non ho fatto niente, non l'ho fatto apposta" è invece la risposta automatica del figlio, obbligato a scusarsi di vivere. Una prosa lirica, questa del primissimo De Luca, in cui l'arte narrativa ha poco agio di mostrarsi, raggrumata com'è in dolorosi nodi di vita incapaci di sciogliersi in finzione formale, in leggerezza.
virginia pirisi (15/09/2012) - Voto: 5/5
ho scoperto da poco questo autore ,prediligo quelli stranieri, ma Erri DeLuca mi ha fatto appassionare ai suoi scritti in modo viscerale,non ho grandi capacità d espressione ma ci tenevo a scrivere un mio parere prima di tutto per ringraziare l autore per tutte l emozioni che rivivo nella lettura dei suoi libri ,ne ho comprato e letto dieci in due mesi.Grazie
valeria (08/11/2004) - Voto: 1/5
una saga di ricordi di un povero ragazzino napoletano che mal vive il suo problema di balbuzienza...scritto con un lessico pari a quello di un qualsiasi studente di quinto liceo.Tra l'inconsistenza della storia e la banalità del lessico risulta essere,a parer mio,uno dei classici libri da non consigliare a nessuno!!non sò come si sia meritato l'onorevole titolo di scrittore.
Oscar Grimaldi (14/04/2004) - Voto: 4/5
Il primo libro "importante" di Erri De Luca l'ho letto per ultimo, causa difficoltà a reperirlo. Alla luce dei libri successivi (Aceto, Tu mio, Te cavalli, ecc) "Non ora, non qui" mi pare ancora un attimo acerbo. I temi cari a De Luca ci sono tutti ma mi pare vengano sviluppati in modo meno fluido che nei successivi. Irrinunciabile comunque
Francesco (02/01/2004) - Voto: 1/5
Un personaggio sgradevole (sarà così anche lo scrittore?) racconta la storia di una famiglia che non meritava e che non se lo meritava.