La famiglia Winshaw

Maddalena (23/09/2019) - Voto: 5/5
Dopo la prima esperienza (non eccezionale) con Middle England mi sono approcciata al mio secondo Coe con un po' di scetticismo, ma sono rimasta letteralmente folgorata dall'acutezza di visione di questo scrittore, dal suo genio e dalla sua originalità. Le vicende ruotano intorno ad una famiglia dell'alta borghesia inglese, si dipanano dagli anni '40 fino ai primi anni '90, concentrandosi sugli anni della politica tatcheriana. I protagonisti sono ricchi, potenti e cattivi da far schifo. Con i loro mille tentacoli in ogni ambito economico tengono, pur rimanendo nell'ombra, le redini di una nazione in bilico tra l'opulenza e lo sfascio. Nel mezzo, il nostro protagonista, uno scrittore disorientato e un po' depresso, si troverà ad annaspare in acque torbide, sbatacchiato qua e là da casi fortuiti e messinscena creati ad hoc. Geniale la parte conclusiva, una perfetta parodia deI racconto del terrore con continui rimandi cinematografici (se amate il cinema non perdetevi questo libro, è zeppo di riferimenti a film!!). Se vi piacciono Rushdie e Zadie Smith, o quegli scrittori che vi investono con la loro prosa come fosse un fiume in piena, ma senza mai perdere di vista realismo e chiarezza di linguaggio, allora vi piacerà anche La famiglia Winshaw.
luisa (15/07/2019) - Voto: 4/5
Si presenta come un romanzo giallo, ma è un pretesto per svelare con feroce ironia e crudezza il cinismo e la crudeltà di una famiglia alto-borghese interessata solo ai propri affari e al proprio potere. Finale... choccante
boris55 (29/05/2019) - Voto: 5/5
ottimo romanzo non bisogna mai perdere il filo conduttore
Leti (11/03/2019) - Voto: 4/5
Il romanzo, narrato dallo scrittore Michael Owen, si concentra sulla potente e ricchissima famiglia Winshaw. Un famiglia che nasconde oscuri segreti e in cui l'avidità e la follia sono sempre andate a braccetto, sono lo specchio oscuro dell'Inghilterra, tutto il peggio che il paese offre in materia di finanza, affari, giornalismo, industria agro-alimentare, industria bellica. Siamo in piena epoca tactcheriana, quando anni di conquiste sociali sono state spazzate via in pochissimo tempo, e gli Winshaw sono la perfetta personificazione dell'epoca: odiosi, arroganti, insopportabili. Owen lo sa meglio di chiunque altro: egli è un uomo triste, ferito, che ben presto si renderà conto di come la sua vita e il suo destino abbiano in realtà molto a che fare con gli Winshaw. Il finale è una sorta di nemesi ma il romanzo riesce a mescolare moltissimi generi con una spiccata preferenza per un certo umorismo nero e per una perfetta satira sociale. La trama, pur essendo complicatissima, non risulta affatto confusa e il passaggio tra i vari registri - anche i più drammatici - è ben congegnato. Si tratta, insomma, di un romanzo divertente ed anche molto intelligente. Lo consiglio vivamente.
Marta (23/09/2018) - Voto: 4/5
“La famiglia Winshaw” non è una saga familiare e basta. Meglio sarebbe definire questo libro il ritratto di una nuova famiglia Addams, l'esatto opposto della sua antesignana: ché se gli Addams erano strampalati, ma tuttavia innocui, gli Winshaw sono potenti, e affascinanti e ricchi e tuttavia riescono a mettere le mani e inquinare tutto il paese, con la sola forza di 7 cugini. Un minuscolo esercito, protagonista e causa di un'età distruttiva per gli UK; gli Winshaw rappresentano l'arto malato dell'aristocrazia degli anni '80, la guerra pulirà e purificherà ogni traccia del loro passaggio. Il morbo contagia e uccide tutto ciò che tocca. E così diventa una malattia il modo in cui tutto si riconduce agli Winshaw, ogni malanno del paese e della società, ogni lutto che Michael subisce, ogni cosa gretta e meschina è legata agli Winshaw. Sono muffa, che si espande e indebolisce e frantuma. Sono muffa, quasi impossibile da combattere alla radice, perché dipende dalla costruzione stessa in cui si forma.