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L' età fragile
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Carol
(11/08/2024) -
Voto: 3/5
Ben scritto, con un ritmo ben sostenuto e con salti spaziali e temporali ben gestiti. Interessante anche il confronto fra i vent'anni della protagonista (la madre) e quella della figlia e di conseguenza il confronto fra due generazioni. Per il resto, mi sembra un po' poco per un premio Strega.
alf77
(10/08/2024) -
Voto: 5/5
spiace ma siamo lontani anni luce dall'Arminuta, questo libro non appassiona, a tratti confuso, con personaggi appena abbozzati ed una storia, che, alla fine, non ha alcun senso. spiace ma non e' da premio strega.
Cinzia Cappelli
(03/08/2024) -
Voto: 5/5
Lucia, fisioterapista cinquantenne di Pescara e da poco separata. Una figlia ventenne che, in seguito a uno scippo avvenuto a Milano dove stava studiando, decide di lasciare l'università e torna a casa, apatica, ripiegata su se stessa, senza più entusiasmo, obiettivi né gioia di vivere. Un terreno di montagna che appartiene da generazioni alla sua famiglia e che, adesso, deve decidere se vendere oppure no. E, sullo sfondo, un efferato omicidio che aveva scosso la comunità abruzzese, oltre 30 anni prima proprio su quel terreno boscoso. Ispirandosi a un fatto di cronaca realmente accaduto sul monte Morrone nel 1997, la Di Pietrantonio, con uno stile crudo e asciutto, ci accompagna nei meandri della fragilità umana dove basta un niente, una minima deviazione di percorso, un capriccio del caso e tutto può inesorabilmente cambiare. Opera coinvolgente, ma non un capolavoro. Ho nettamente preferito "L'Arminuta".
Gtuj
(03/08/2024) -
Voto: 5/5
Imperdibile
evergete_83
(31/07/2024) -
Voto: 5/5
La narrazione è contraddistinta da uno stile epigrafico che rende l'acquisizione dei fatti graduale e concede al lettore di sapere, di volta in volta, solo ciò che è necessario: nessun orpello, nessuna parola fuori posto, prosa essenziale e lineare (un aspetto non da poco). La storia intreccia cronaca e immaginazione ma la capacità dell'autrice sta soprattutto nel descrivere due realtà adolescenziali, seppur cronologicamente lontane, "difficili" per motivi non troppo diversi, entrambe accomunate, purtroppo, dal disagio di essere inconsapevoli prede di una società alla deriva. Molto toccante il finale che rende simbolicamente giustizia a tanto dolore.
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