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L' estate fredda
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natvet
(20/09/2019) -
Voto: 5/5
Bellissimo, l'inizio poi è strepitoso. Essendo di Bari, ma vivendo in Liguria, mi sembrava di sentir parlare i protagonisti con il mio accento, è stato bellissimo. Grande
cristina
(07/08/2019) -
Voto: 4/5
Avvincente come tutti i romanzi di Carofiglio, si legge tutto d'un fiato. Se posso fare un appunto è aver riciclato nel successivo "La versione di Fenoglio", l'episodio dell'ubriaco che cerca le chiavi sotto al lampione. Eh, Carofiglio!
Mario
(30/04/2019) -
Voto: 1/5
Il problema del libro non sono le situazioni, i dialoghi o la perizia dello nell'arte di redigere verbali; il problema è la noia, il senso di chiuso, di scarsa fantasia, di stanzini da tribunale che grava in questo poliziesco senza storia e senza suspence. Finito con fatica estrema, per vedere se alla fine ci sarebbe stato un guizzo. Forse viene preso sul serio perché è spesso in tv? Non so. Forse dovrebbe scrivere saggi.
Odit
(08/03/2019) -
Voto: 4/5
Quest’opera recupera alcune prove nel recente meno felici. Attraverso la precisa ricostruzione delle fasi procedurali di un’indagine su un rapimento finito male, Carofiglio tratteggia sia gli ambienti malavitosi pugliesi, raccontandone addirittura la genesi, sia la sua città, Bari, nei primi anni novanta. Molto riuscito anche il colpo di scena finale e la figura dell’investigatore che, nella sua manifesta e consapevole antipatia, sembra fornire una pari giustificazione allo scrittore stesso.
Franci
(08/03/2019) -
Voto: 4/5
Quest'opera mi ha riconciliato con Carofiglio. Che scriva bene non ci sono dubbi; che conosca a menadito il linguaggio giuridico è da tempo assodato e poi mi sembra il minimo per un vero magistrato; che le sue storie siano plausibili lo conferma già il ciclo dell'avvocato Guerrieri ; che sia un esperto di musica e letteratura ce l'ha detto fino allo sfinimento. Ma in quest'opera c'è qualcosa di più: c'è la passione per la Giustizia, per quanto imperfetta essa sia, e un dolore sincero e tormentato per il senso di inadeguatezza che gli onesti delle forze dell'ordine sentono e vivono ogni giorno. Mentre la mafia pugliese, escrescenza putrida di una costola della 'ndragheta calabrese, commette ogni sorta di violenze e delitti, il maresciallo Fenoglio, uomo mite, colto e malinconico, deve risolvere il difficilissimo caso dell'omicidio di un bambino; fuori, oltre alla crudeltà ordinaria di ambito locale e circoscritto, la Morte colpisce i grandi eroi del nostro tempo, Falcone e Borsellino, suscitando nel protagonista e nel lettore un senso di frustrazione universale che neanche il finale (inaspettato) riesce a lenire. Una particolare menzione merita la parte centrale del romanzo, quella dedicata agli interrogatori, perché è davvero intensa, ben scritta, chiarissima, quasi udibile; poca soggettività e tanta giurisprudenza, ma condotta e resa fruibile per il grande pubblico. Praticamente un piccolo capolavoro.
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