Il grido della rosa

Siamosolostorie (26/06/2022) - Voto: 4/5
Alice Basso mi tiene compagnia con le sue eroine ironiche. Anita non è tagliente come Vani ma è sveglia e simpatica.. Una buona lettura che tiene compagnia fino all'ultima pagina.
Monara (15/05/2022) - Voto: 3/5
Non ci siamo davvero, ed è un peccato. La Basso ci ha abituati alla Vani, una protagonista splendida, indimenticabile, darkettona, con una lingua tagliente e un'intelligenza che Anita spostati. Che va bene, Anita sarà anche discretamente sveglia, ma, alla fine, specie dal punto di vista sentimentale, non ha il coraggio delle proprie azioni, e in questo secondo volume il balletto Sebastiano-fidanzato ufficiale si fa sempre più chiaro. La storia? Scialba, l'ho già dimenticata. MA continuerò a comprarli, Credo in quest'autrice e in un colpo di scena che mi faccia ritornare la fiducia.
vee (19/04/2022) - Voto: 5/5
Adoro Alice Basso! Il libro è divertente, il giallo non banale e il ritmo veloce. Spero scriverà il terzo!
Elisa (06/04/2022) - Voto: 5/5
Secondo capitolo di questa protagonista Anita. La storia riprende dal libro precedente e quindi dall'avvicinamento sentimentale tra lei e Sebastiano, anche se entrambi, fidanzati con altre due persone, negano i loro sentimenti con comicità. Il periodo fascista viene stavolta raccontato con la storia di un omicidio di una ragazza sordomuta, alla quale, per povertà e per mestiere, faceva la prostituta. L'!amicizia che la lega ad un'altra ragazza incinta e prostituta come lei, farà scoprire, grazie alla curiosità di Anita, la crudeltà e il maschilismo vigente un quegli anni, in una Torino, raccontata sempre con estremo charme.
Marco (01/03/2022) - Voto: 2/5
Dopo il primo romanzo che vede l'esordio di Anita Bo e dopo, sempre nel primo, aver introdotto tutti i personaggi riccorenti, la seconda avventura scorre speditamente, giungendo già al dunque in pochi capitoli. Alice Basso riesce a raggiungere l'obiettivo di smascherare i cattivi raccontando le loro malefatte attraverso i racconti della rivista mensile per cui è dattilografa nella finziona, ma seconda mente nei fatti. Stavolta il caso che capita a lei e a Sebastiano riguarda la violenza sessuale, ma anche, come al solito, le regole del fascio che in apparenza è perfetto, ma che in realtà è solo tutto fumo e niente arrosto. Come ho già spiegato quando ho recensito "Il Mordo della Vipera", le avventure di Anita Bo, purtroppo non mi lasciano nulla, poiché vengono dopo la serie precedente dedicata a Vanni Sarca, la ghostwriter protagonista dei 5 romanzi precedenti. Continuo a leggere la serie perché l'ho iniziata con la curiosità di sapere cosa si sarebbe inventata l'autrice, ma continuo a dire che le due opere non possono paragonarsi e leggendo prima quella di Vanni Sarca, questa non può che essere inferiore.